Costituito da piccoli granelli di semola che vengono poi cotti al vapore e accompagnati da carne, pesce o verdure, il cous cous (o cus cus) ha origini antiche che risalgono ai popoli dell’Africa Occidentale del X secolo. Sbarcato in Sicilia probabilmente sulle rotte dei mercanti, è oggi piatto comune e quotidiano della zona di Trapani, dove viene chiamato cuscusu.
I primi riferimenti al cuscus appartengono al XIII secolo, e parlano di un piatto ideato in Marocco. Ben presto, il cous cous si diffuse molto rapidamente un po’ in tutto il Nord Africa e anche in Medio Oriente. Si racconta che di cous cous si nutrì re Salomone, per guarire dalle afflizioni amorose causate dalla regina di Saba.
C’è chi sostiene che esso derivi, come la pasta, dalla Cina, e che poi sia stato diffuso in tutta l’Africa attraverso la dominazione araba. Ci sono però anche dimostrazioni a supporto del fatto che il cus cus era conosciuto e già adottato dai Berberi.
In Europa, probabilmente il cous cous arrivò sulle rotte dei mercanti: in Spagna prima e in America Latina poi, attraverso le colonie.
Sono molte le varianti in cui viene preparato, e spesso è anche la base a cambiare. In Mauritania ad esempio, si cucinava un cous cous di miglio o di riso.
Nel trapanese il cous cous viene cucinato con intingolo di Ghiotta, ovvero un brodetto di pesce misto tra cui campeggiano lo scorfano, la cernia, l’anguilla delle saline, e qualche gambero o scampo. Si trova nella lista dei Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, e ogni anno, ormai dal 1998, San Vito Lo Capo lo celebra in un festival di interesse sociale ed eno-gastronomico. Il CousCous Fest infatti, non è solo un gran evento di intrattenimento, ormai molto conosciuto in tutta l’Isola, è anche un modo per parlare di tradizione, e integrazione, una parola molto cara alla storia di Sicilia.
Momento cruciale della manifestazione, è dunque la sfida gastronomica tra grandi chef, provenienti da tutto il mondo, che si sfideranno nella preparazione di piatti tradizionali a base di cous cous, nella variante del proprio Paese di provenienza. A essi si alterneranno sul palco e tra le vie della città, artisti di fama internazionale e altre sfiziosità della cucina siciliana.
Già che ci siete non perdetevi l’occasione di un ultimo bagno presso i mari cristallini di San Vito Lo Capo, e di visitare la parte di costa incontaminata che ricade sotto la Riserva dello Zingaro.
Autore | Enrica Bartalotta