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Un romanzo a tratti cupo, tanto da ascriverlo al romanticismo nero e fantastico: è la prima, sconosciuta edizione di Pinocchio scritta da Carlo Collodi.

Se ne parlerà mercoledì 11 dicembre alle 18 al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino con la presentazione del libro “Pinocchio. La storia di un burattino”, a cura di Salvatore Ferlita, con illustrazioni di Simone Stuto, edizioni il Palindromo.

A raccontare l’origine di Pinocchio, la sua natura perturbante e tenebrosa, saranno Ferlita e Matteo Di Gesù, entrambi professori di letteratura italiana contemporanea; modererà il direttore del museo, Rosario Perricone.
L’incontro sarà accompagnato da intermezzi musicali con la fisarmonica di Giuseppe Maurizio Piscopo.

In questa prima versione di “Storia di un burattino” non c’è spazio per la metamorfosi edificante: il romanzo, veloce e guizzante, terrificante e cupo, disegna un piccolo universo dominato dal male, dalla falsità, dalla cattiva fede, dalla furbizia. Il 27 ottobre 1881 Collodi concludeva la prima redazione del suo libro con un Pinocchio punito per la sua stoltezza e disubbidienza. Il burattino moriva impiccato a un albero, pronunciando un’invocazione già udita altrove: «Oh babbo mio! Se tu fossi qui!».
Una vera e propria logica del terrore alla quale un estimatore d’eccezione, Italo Calvino, riconduceva senza alcun indugio Pinocchio: forse l’unico romanzo italiano, a suo dire, da ascrivere al romanticismo nero e fantastico.

Domenica 15 dicembre alle 17.30, ancora al Museo delle Marionette, andrà invece in scena un nuovo spettacolo della rassegna di teatro di immagine per bambini, “Teatro al museo”, con “Tre mele cadute dal cielo”, di Giovanni Calcagno.

La parola favola, deriva dal verbo latino fari, parlare. Le favole parlano per simboli e rivelano attraverso esse verità universali comprensibili a tutti, bambini e adulti, varcando ogni confine territoriale, culturale e religioso, a testimonianza e prova di come sia una la natura umana. Lo spettacolo è una raccolta di alcune delle fiabe popolari armene apprese nel corso di un viaggio nel Caucaso compiuto dall’autore-attore Giovanni Calcagno.
Verranno narrate così come sono state pensate, semplicemente in uno spazio che possa accogliere un contatto sincero e umano tra il narratore e gli ascoltatori.
Informazioni e prenotazioni allo 091/328060.