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Ogni giorno siamo esposti a un gran numero di notizie relative al Coronavirus, molte delle quali passano attraverso i social o i sistemi di messaggistica, come WhatsApp. La disinformazione non aiuta di certo, soprattutto in un momento delicato come questo.

Ecco, quindi, l’elenco di tutte le bufale smentite dagli esperti interpellati dall’AdnKronos Salute.

  • Vitamina C, nell’ordine di 1-2 grammi al giorno per difendersi dal Coronavirus? È la prima fake che viene demolita: “Smentisco nella maniera più assoluta – dice Andrea Gori, direttore Malattie infettive del Policlinico di Milano – Nessuna vitamina C, nessuna terapia con integratori. In questo momento – precisa lo specialista, fra i camici bianchi in trincea contro l’emergenza – non esiste una profilassi efficace per il Coronavirus”.
  • È falsa anche la storia dell’uso di un solo paio di scarpe per andare fuori, con l’invito a lasciarle fuori dalla porta di casa un volta utilizzate perché il virus riuscirebbe a rimanere vivo per 9 giorni sull’asfalto. L’audio con il suggerimento sta facendo il giro delle chat di tutta Italia, ma il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco spiega: “E’ vero, il virus può sopravvivere qualche giorno, ma con una carica virale irrisoria. La sporcizia, ovvero il substrato organico, può in qualche modo facilitare la sopravvivenza del microrganismo, ma è davvero irrisoria la quota che può essere portata dalle scarpe. Inoltre, questi virus sopravvivono sulle superfici laddove non vengano esposti a disinfezione ma anche elementi colme sole, pioggia, intemperie”. Rimane fuori di dubbio, invece, l’igiene accurata delle mani e pulizia ambienti.
  • Bambini e Coronavirus, le false notizie che circolano riguardano il loro essere untori: “È certificato che i bambini si ammalino molto raramente e sviluppano la malattia in forma lieve. Ma c’è da sfatare il falso mito sul fatto che trasmettano il contagio più facilmente, non sono untori“, assicura Michele Usuelli, medico di terapia intensiva neonatale alla clinica Mangiagalli, Fondazione Irccs Policlinico di Milano.
  • Acqua calda arma contro il Coronavirus, perché il patogeno morirebbe alla temperatura di 26-27 gradi? O ancora, stare al sole perché questo lo uccide (anche sui vestiti), ed evitare di bere liquidi con dentro del ghiaccio (‘amico’ del virus)? “La soluzione dell’acqua calda è un’assurdità, forse frutto dell’idea che con il caldo si tende a ridurre la diffusione di molti patogeni respiratori”, ragiona Susanna Esposito, presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (Waidid) e professore ordinario di Pediatria all’università di Parma, che invita a diffidare da questo tipo di informazioni. “Stare al sole fa bene perché aumenta la sintesi di vitamina D, ma contro i Coronavirus non ha effetto“. Anche il monito contro il ghiaccio non ha alcuna logica. “Piuttosto, è bene lavare accuratamente e spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche”, ricorda.
  • Sfatiamo anche il mito secondo cui gli esseri umani possano essere infettati dal nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 proveniente da animali. “Ricerche approfondite – riportano le Faq dell’Istituto superiore di sanità (Iss) – hanno dimostrato che sia il coronavirus Sars che il coronavirus Mers derivavano da virus animali e sono diventati patogenici per l’uomo. Diversi coronavirus noti circolano negli animali, ma non provocano patologie nell’uomo. Non risulta rischio che il Sars-CoV-2 possa essere trasmesso da animali domestici”.
  • Mangiare aglio può aiutare a prevenire l’infezione da nuovo Coronavirus? L’aglio è un alimento sano che può avere alcune proprietà antimicrobiche. Tuttavia, non ci sono evidenze scientifiche che il consumo di aglio protegga dalle infezioni con il nuovo coronavirus Sars-CoV-2.
  • Gli antibiotici – rileva l’Iss – non sono efficaci nella prevenzione e nel trattamento del nuovo Coronavirus, perché non funzionano contro i virus, ma solo contro i batteri.
  • In ultimo: ricevere una lettera o un pacco può essere pericoloso? “No – risponde l’Iss – da precedenti analisi sappiamo che in funzione del tipo di superficie e delle condizioni ambientali il virus può resistere da poche ore a un massimo di alcuni giorni”.

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