Damiano Caruso ciclista siciliano delle grandi imprese al Giro d’Italia 2021. Proprio lui, un pluriennale gregario, ha chiuso la Corsa Rosa al secondo posto (la vittoria è andata al colombiano Egan Bernal, terzo in classifica generale il britannico Simon Yates). «Sono state le mie tre settimane – ha detto -. Incredibile quello che sto provando, dopo quello successo in tre settimane piene di emozioni, è stato un mix incredibile. Oggi mi ritrovo qui, al secondo posto, chi l’avrebbe mai pensato. È qualcosa di incredibile – è il commento a caldo di Damiano Caruso dopo aver chiuso al secondo posto il Giro d’Italia – La crono l’ho fatta forte perché è sempre meglio farla in maniera concentrata ma senza prendere rischi. Me la sono goduta nell’ultimo chilometro. Se sono qui è anche merito della mia famiglia».
Tra i motivi che hanno fatto emozionare il pubblico, c’è stato un gesto in particolare. Una pacca sulla spalla a Pello Bilbao, quando mancavano sei chilometri e mezzo all’arrivo della 20esima tappa del Giro d’Italia. Nel ciclismo si definisce gregario chi fatica per agevolare il proprio capitano. Con quel gesto, il ciclista siciliano ha ricordato ha consacrato quel ruolo. Ha dato una nuova chiave di lettura del ruolo del gregario A differenza di altri colleghi, Caruso ha scelto di rimanere a vivere in Sicilia, poco distante da Punta Secca, la spiaggia di Montalbano. Suo padre, poliziotto, era uno degli “angeli custodi” di Giovanni Falcone. Alla 104esima edizione del Giro d’Italia è stato protagonista: tutti ne parlano, tutti lo elogiano, tutti vogliono saperne di più. Con quel secondo posto, è stato ripagato di tutto ciò che ha fatto fino adesso. «Preferisco vivere in Sicilia che non in 20 metri quadri a Montecarlo o a Lugano», ha detto, riassumendo tutto con pochissime parole. La Sicilia ha un campione in più di cui andare fiera.