Si chiama ‘Pocopiano’ il piatto davvero innovativo realizzato in ceramica bianca di Caltagirone e disegnato da Paolo Stefano Gentile realizzato da un’azienda siciliana con radici e showroom a Catania che sarà protagonista alla Design Week di Milano. Scopriamo, di seguito, cosa ha di speciale.
Il piatto Pocopiano rappresenta la Sicilia alla Design Week di Milano
La Sicilia sarà presente alla Design Week di Milano dal 17 al 23 aprile con un piatto dallo stile innovativo e siciliano: Pocopiano, un piatto in ceramica bianca di Caltagirone disegnato da Paolo Stefano Gentile che vedrà come protagonista il rinomato e stellato chef Enrico Bartolini, che studierà appositamente una pietanza dalla trama mediterranea per interpretare la sua funzionalità e il design.
Il brand Orografie
Orografie è un brand fondato nel 2020 da Giorgia Bartolini con Vincenzo Castellana in qualità di Art Director, che ha lo scopo di progettare arredi design-oriented realizzati prevalentemente in castagno bianco dell’Etna. Nasce con l’intento di unire la Sicilia con i suoi materiali e le sue maestranze, affermandone tali capacità produttive come valore culturale, con una collezione che volge lo sguardo al futuro e alla funzionalità dei prodotti. Nella produzione sono coinvolti diversi distretti tra cui quello legato alla lavorazione del legno, la lavorazione lapidea e il distretto legato alla produzione ceramica che possiede una importante tradizione come testimonia quest’ultima creazione.
Come nasce ‘Pocopiano’
La progettualità di Pocopiano infatti, si è sviluppata durante la terza edizione del workshop Emersivi a ottobre 2022, rivolta al “design di prodotto”. I 30 giovani under 30 si sono misurati con il pensiero di orografie declinando, in forma di progetto, il brief che era focalizzato su due ambiti specifici, food rituals e selfcare. Nell’ambito di food rituals è emerso il progetto di Paolo Stefano Gentile, Pocopiano un piatto in ceramica su base circolare caratterizzato da un andamento della forma capace di restituire al suo interno un incavo generato da una progressiva pendenza. Questo dualismo consente di riporre diverse tipologie di pietanze e di creare un gioco di consistenze tra solido e liquido, un nuovo rituale legato al food.
Pocopiano, il piatto ‘ibrido’ per una esperienza di contrasti
La scelta della forma geometrica e del nome Pocopiano rafforza l’aspetto ibrido ed insito del piatto, un invito a raccontare una storia, a percorrere un viaggio, a vivere una nuova esperienza fatta di ritualità, di contrasti e di sensi. Le forme geometriche relative al piatto sono importanti mezzi narrativi capaci di comunicare in modo persuasivo ed efficace il racconto gastronomico. Non è un caso se nel settore del food design viene associato al gusto amaro o acido forme squadrate, angoli ben definiti e rigidi, mentre al gusto dolce e cremoso la forma tonda, morbida che trasmette un senso di continuità e leggerezza.
Bruno Munari: “Il piatti tondi creano ordine in tavola”
Bruno Munari, uno dei più originali protagonisti dell’arte, della grafica e del design italiani del Novecento sosteneva che il piatto dalla forma tonda fosse: “Un disco, poggiato su di un piano, non si può metterlo in disordine; perciò quasi sempre i piatti sono rotondi: è più semplice disporli sulla tavola. Se fossero esagonali, quadrati, ottagonali, rettangolari, creerebbero problemi di allineamento e messa in ordine che complicherebbero la preparazione della tavola da pranzo”.