L’uscita della serie Netflix Il Gattopardo ha acceso tanta curiosità, anzitutto sul romanzo da cui è tratta, celebre capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ma anche sulle location usate per le riprese. Le vicende descritte mostrano una Sicilia in grande fermento ma, allo stesso tempo, chiusa nel suo eterno immobilismo. I luoghi che fanno da sfondo alle vicende letterarie sono fondamentalmente Palermo e Donnafugata: quest’ultima è una città di fantasia, nella quale si ritrovano però luoghi e ambienti che esistono davvero.
In una lettera che lo scrittore siciliano inviò al Barone Enrico Merlo di Tagliavia, infatti, “Donnafugata come paese è Palma; come palazzo è Santa Margherita“. Il riferimento è a Palma di Montechiaro e Santa Margherita Belice. Nel romanzo, è il borgo in cui la famiglia Salina si recava per sfuggire al caldo torrido di Palermo. Nella serie Netflix, è stato del tutto ricostruito in diversi set, allestiti in punti differenti della Sicilia, poiché appunto è un paese immaginario. Le scene sono state in parte girate nei Calanchi di Cannizzola (o deserto dei Calanchi), tra la provincia di Enna e quella di Catania. In parte sono poi state girate a Siracusa, per la precisione sull’isola di Ortigia. Coinvolta nelle riprese anche la piazza di Ciminna, in provincia di Palermo, con la sua chiesa.
È stata coinvolta anche la piazza di Ciminna, comune in provincia di Palermo, con la sua chiesa. La scena della cena tra la famiglia Sedara e i Salina nel Palazzo di Donnafugata è stata girata a Villa Parisi (o Villa Taverna Parisi-Borghese), una delle dodici Ville Tuscolane nel comune di Frascati, in provincia di Roma.
Donnafugata è l’unione di luoghi realmente esistenti
Come abbiamo già detto, nel romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sebbene Donnafugata sia una città di fantasia, vi ritroviamo luoghi e ambienti realmente esistenti a Palma di Montechiaro e Santa Margherita Belice.
A Santa Margherita Belice, lo scrittore trascorse alcuni dei momenti più felici della sua infanzia e della sua giovinezza. Questo luogo è fortemente legato alla figura della madre e della famiglia Tasca Filangeri di Cutò, con il suo celebre palazzo: “posto nel centro del paese, proprio nella Piazza ombreggiata, si stendeva per una estensione immensa e contava tra grandi e piccole trecento stanze”.
Palma di Montechiaro è stata intimamente legata alla storia della famiglia Tomasi che, da Palma, traeva il suo titolo nobiliare. Giuseppe Tomasi di Lampedusa la visitò due volte, la prima soltanto nel 1955, quando già aveva intrapreso la stesura del romanzo, traendone ispirazione per alcune delle pagine più conosciute del libro. Foto: Lucia Iuorio.