La compagna del 36enne arrestato con l'accusa di aver contagiato diverse donne con il virus Hiv si è sfogata con i poliziotti: "Sono stata defraudata della libertà di scegliere e ingannata rispetto alla patologia di cui è affetto". La donna ha riferito di aver sporto denuncia anche per evitare che altre potessero correre lo stesso rischio. Lei aveva conosciuto il 36enne a una cena e aveva iniziato a frequentarlo assiduamente da febbraio.
A maggio i primi malesseri fisici (mal di gola, febbre). Per questo, anche dando seguito ad alcune voci sullo stato di salute del compagno, aveva deciso di sottoporsi ad accertamenti clinici. Aveva scoperto così di essere stata contagiata dal virus Hiv. Dopo lo choc c'era stata una fitta corrispondenza di messaggi Whatsapp tra i due: lei chiedeva con insistenza spiegazioni, ottenendo da lui timide ammissioni alternate a complete negazioni della malattia. L'uomo le avrebbe anche inviato un video-selfie in cui inscenava un autoesame con un kit per il prelievo del sangue, per "rassicurarla".
Ora la polizia sta cercando di individuare le potenziali persone contagiate dal 36enne a tutela della salute pubblica e per permettere a eventuali vittime di fare accertamenti o iniziare eventualmente le cure del caso. Intanto sono stati sequestrati all'arrestato due pc, tablet e due telefoni: i poliziotti stanno passando al setaccio la cronologia dei contatti telefonici e via chat per risalire alle potenziali vittime di contagio per metterle in guardia.