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Droplet, cosa vuol dire? Nelle ultime ore, in relazione al Coronavirus, avrete sicuramente sentito questa parola. Si tratta di un termine inglese, che si traduce come “gocciolina“, che rappresenta una buona pratica per la sicurezza. La distanza droplet è una distanza di almeno un metro dalle altre persone.

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha spiegato: “Sappiamo che il virus si diffonde attraverso delle goccioline che emettiamo con il naso e soprattutto con la bocca. Sono abbastanza pesanti e mediamente hanno un raggio di ricaduta entro un metro dalle vie aeree”.

L’idea è che, all’interno dei locali e dei luoghi affollati, si possa mantenere questa distanza tra gli avventori.

“Alla fine della settimana capiremo se e quanto le misure di contenimento messe in campo hanno rallentato l’epidemia. Ci attendiamo risultati positivi, sono ottimista. Chiediamo collaborazione a tutti i cittadini. Il loro aiuto è importante per interrompere la catena di infezioni. Ciascuno di loro con i suoi comportamenti quotidiani può fare la sua parte”, ha detto Brusaferro.

“Noi abbiamo fatto tutto il possibile. Prima di 10-14 giorni dall’avvio degli interventi di contrasto e della creazione delle zone rosse non possiamo però valutare l’efficacia di questa sorta di cintura costruita attorno ai focolai in Lombardia e Veneto”, ha aggiunto Brusaferro.

“I casi che vediamo moltiplicarsi in questi giorni riguardano infezioni contratte probabilmente prima che ci organizzassimo. L’aumento esponenziale, circa 1.700, era atteso. Se, come speriamo, dal fine settimana la curva scenderà, significa che abbiamo lavorato nella giusta direzione”.

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