La cattedrale di Santa Maria Nuova è il principale luogo di culto della città Monreale.
Situata in provincia di Palermo, è famosa per i suoi mosaici bizantini che ne arricchiscono l’interno.
La fece erigere Guglielmo II d'Altavilla, re di Sicilia dal 1166 al 1189, nel 1174.
La leggenda dice che la Madonna gli apparve in sogno, suggerendogli una ‘truvatura’. Dopo averla dissotterrata, la Madonna ordinò a Guglielmo Il Buono di costruire un tempio in suo onore. Le monete d’oro della ‘truvatura’ vennero destinate ai ‘mastri di l’oru’, che ne decorarono riccamente gli interni a mosaico.
Inizialmente, l’edificio era stato concepito come come chiesa dell'annessa abbazia benedettina. Nel 1178, l'abate Guglielmo ottenne che vi fosse eretta l'arcidiocesi della città, e la chiesa abbaziale ne divenne la cattedrale.
Nei secoli successivi, la cattedrale subì alcuni rimaneggiamenti. Nel Cinquecento, su progetto di Giovanni Domenico Gagini e Fazio Gagini, venne costruito il portico lungo il fianco sinistro, mentre quello della facciata principale risale al XVIII secolo. Sempre nel Cinquecento, fu realizzata gran parte della pavimentazione interna. Tra il 1816 e il 1837, il soffitto venne ricostruito, dopo esser stato distrutto da un incendio, nel 1811. Durante il restauro, vennero anche realizzati gli stalli del coro, in stile neogotico.
La facciata, affacciata sulla piazza quadrangolare, è stretta fra le due torri campanarie. L'ingresso è preceduto dal portico in stile barocco, realizzato nel Settecento, e si apre all’esterno con tre archi a tutto sesto su colonne tuscaniche. Il portale, chiuso da battenti bronzei (1185-1186), è opera di Bonanno Pisano. Nella parte superiore, si apre una monofora ogivale con decorazione ad archetti ciechi.
Lungo il fianco sinistro della cattedrale, vi è il portico cinquecentesco. In stile rinascimentale, e coperto con volta a crociera, si apre sull'esterno con undici archi a tutto sesto che poggiano su colonne corinzie. In corrispondenza dell'arcata centrale, si trova un secondo portale, i cui battenti in bronzo furono realizzati da Barisano da Trani, intorno al 1185. La cima dell’arcata si conchiude con un tondo in terracotta invetriata che raffigura la Madonna con Bambino.
L'area absidale esterna conserva intatta l'impronta normanna, ed è ornata con vari disegni formanti una serie di archi in pietre bianche e nere. La decorazione delle tre absidi, è caratterizzata dal fitto intreccio di archi acuti ed esaltata dalla decorazione bicroma creata dall'alternanza di calcare e pietra lavica.
La cattedrale ha pianta a croce latina. Le navate, terminante ciascuna con un'abside semicircolare, sono divise da colonne con clipei di divinità sui capitelli, che sostengono archi a sesto acuto di tipo arabo. I soffitti a travature scoperte sono dipinti nelle navate e decorati a stalattiti arabe nella crociera, quest'ultimi furono rifatti nel 1811, dopo che l’incendio aveva distrutto parte del tetto. Il pavimento è caratterizzato da dischi di porfido e granito, con fasce marmoree intrecciate a linee spezzate (XVI secolo).
Le pareti del capocroce e della navata centrale sono rivestite di mosaici con fondo oro, eseguiti tra il XII e la metà del XIII secolo, secondo la scuola bizantina. Nei mosaici sono rappresentate le storie dell'Antico e del Nuovo Testamento; nel catino absidale mediano vi è l’imponente raffigurazione del Cristo Pantocratore. Sul fianco destro, si trova il sarcofago in porfido di Guglielmo I, e quello in marmo con le spoglie di Guglielmo II il Buono. Sul fianco sinistro, si trovano le tombe ottocentesche di Margherita di Navarra e di Sicilia, consorte di Guglielmo I, e dei figli Ruggero ed Enrico.
Il tesoro della cattedrale conserva arredi sacri (anche di fattura francese), una cassetta in rame smaltato risalente al XIII secolo, e un reliquario della Sacra Spina. La cappella è uno splendido esempio di epoca barocca.
L'organo della cattedrale è stato realizzato tra il 1957 e il 1967 dalla ditta padovana Fratelli Ruffatti, ed è il secondo organo siciliano per grandezza, dopo quello situato nel Duomo di Messina; nonché l'unico organo italiano ad avere una consolle con sei tastiere.
L'antico convento benedettino, a ridosso del Duomo, è stato realizzato alla fine del XII secolo. Si tratta di una costruzione prettamente romanica ma di foggia bizantina. La pianta è quadrata e il portico è caratterizzato da archi ogivali a doppia ghiera, che sono sostenuti da colonne binate, ora intagliate ad arabeschi ora con intarsi in mosaico. Nei capitelli sono incise scene bibliche. Al centro si trova la fontana, la cui acqua fuoriesce da bocche umane e leonine.
Autore | Enrica Bartalotta
Foto di Charley Fazio