Si intitola “E mi ricorderò” il primo romanzo di Daniela Cucè Cafeo: un’opera che ripercorre la sua infanzia tra Palermo, Santo Stefano di Camastra e Messina, sullo sfondo di una Sicilia reale e autentica, che non c’è quasi più.
A metà degli anni sessanta Daniela non è ancora nata, ma la sua coscienza è vigile e pronta a raccontarsi sin dal grembo della madre. Nella Sicilia degli anni sessanta e settanta cresce fra Palermo, Santo Stefano di Camastra e Messina, guidata e incuriosita da quella voce interiore che le fa osservare il mondo attraverso una lente critica a tratti coerente con l’età anagrafica, a tratti sorprendentemente matura.
Nel racconto di una quotidianità e di un tessuto sociale ormai lontani anni luce dalla realtà odierna, immagazzina immagini, sensazioni ed emozioni che esulano dalla mera descrizione narrativa. Ogni persona che incontra ha una storia profonda da raccontarle, e perfino gli oggetti hanno un’anima che sembra chiederle di essere ascoltata. Non accade niente che non valga la pena di essere osservato e amato così com’è, neanche le piccole amare esperienze che turbano la crescita di una bambina troppo sensibile per restarne indifferente.
La famiglia, le amiche, i vicini di casa, i luoghi e le tradizioni oggi scomparse, sono la fonte inesauribile delle sue profonde riflessioni sul senso del vivere. L’indagine emotiva e psicologica di quanto le accade intorno la aiuta a crescere e a trasformarsi in ciò che vuole diventare: una persona forte e giusta, capace di lasciarsi dietro, come fa la crisalide uscendo a fatica dal bozzolo, quella sottile armatura di debolezza e fragilità con la quale è venuta al mondo.
L’intensità del racconto è in crescendo, e segue il ritmo di una maturità che si fa ogni giorno più analitica e consapevole.
Ogni anno di vita è un nuovo ciclo, un cerchio che si apre a Palermo e si chiude a Messina passando per Santo Stefano, in una spirale che ogni volta la confonde e la disorienta, ma che finisce per arricchirla profondamente.
La narrazione è in prima persona e la scelta dell’impianto alterna flashback e flashforward, che sono interscambiabili a seconda della prospettiva da cui il lettore sceglie di porsi: quella di una bambina la cui anima sembra essere misteriosamente consapevole di ciò che in futuro le accadrà, o quella di una donna matura che compie un percorso di recupero di ciò che è stato nel tentativo di comprendere meglio ciò che è, e prima di affrontare ciò che sarà.
È il finale a svelare la corretta chiave di lettura: attraverso un controcanto alla melodia che precede, le ultime pagine forniscono a sorpresa il punto di vista che giustifica e motiva il viaggio a ritroso nel tempo e nei ricordi.
Il libro non si trova in libreria. L’autrice ha scelto la strada del crowdfunding, tramite bookabook. Aveva mandato il libro a diverse case editrici, che tuttavia avevano annunciato tempi lunghi per la valutazione. Il destino aveva piani diversi: dopo soli otto giorno dall’invio del manoscritto, bookabook le ha risposto, comunicandole che il romanzo aveva superato la selezione qualitativa. Gli utenti possono preordinarlo online.