Eleonora Giorgi, 63 anni il prossimo 21 ottobre, si racconta a "Il Fatto Quotidiano", svelando alcuni particolari piuttosto controversi del suo passato. A partire da una rivelazione su un periodo in cui fece i conti con la tossicodipendenza. Fu una giovinezza piuttosto turbolenta quella di Eleonora, che a un certo punto cedette alla tentazione di provare l'eroina:
"Nonostante fossi ostile all'idea, mi feci convincere a fumare l'eroina e in breve di quella nebbia che alterava le percezioni e dilatava i contorni fui prigioniera. In breve tempo non fui più me stessa e un giorno, sul set di un servizio fotografico, mentre già lavoravo nel cinema da molto tempo, cominciai a tremare di freddo e a sentirmi veramente male. In un raro momento di lucidità, chiesi aiuto a mio padre".
Figlia di papà italiano e mamma ungherese, la Giorgi venne riaccolta in famiglia, ma uscì dal tunnel della droga anche grazie all'amore: già attrice affermata, sposò nel 1979 l'editore Angelo Rizzoli. Proprio il matrimonio con Rizzoli, che aveva appena ereditato l'impero editoriale del padre, le regalò la gioia dell'arrivo del figlio Andrea, ma le costò anche la gogna mediatica. Il loro legame la rese vittima di critiche. Particolarmente interessante è l'aneddoto sul regista Michelangelo Antonioni.
"Per anni sono stata trattata dai media con pregiudizio, come la squinzia senz'arte né parte, quella che aveva fatto la furba con l'editore, l'arrampicatrice sociale che non sono mai stata. Ero sempre come l'ospite non gradito, il côté frivolo della faccenda, la donna inopportuna che aveva sposato un uomo che secondo i disegni familiari avrebbe dovuto avere in sorte una donna dell'altissima borghesia milanese. Il cinema italiano colto mi snobbava: non c'era una volta che incontrassi Antonioni senza che lui mi ignorasse platealmente".
Nel 1984 la Giorgi si separò da Rizzoli, travolto dallo scandalo P2. Nell'intervista, la Giorgi parla anche dell'altro grande amore della sua vita, Massimo Ciavarro, padre di suo figlio Paolo. Fu sempre lei a lasciarlo, ma il loro rapporto è rimasto strettissimo: "Massimo però era il fratello che avevo sempre cercato. L'uomo che mi fece di nuovo credere negli uomini. Andammo a vivere in campagna, per molti anni. Siamo rimasti fratelli e la cosa mi consola".