Chi è Enzo Brusca: biografia. Dove è nato, quanti anni ha, quando ha deciso di collaborare con la giustizia. In quali vicende è coinvolto, quando è entrato nel programma di protezione testimoni. Cosa fa oggi.
Enzo Brusca
Enzo Brusca, il cui nome completo è Enzo Salvatore Brusca, nasce a San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo, il 29 ottobre del 1968, quindi ha 54 anni. È il figlio di Bernardo Brusca e fratello minore di Giovanni Brusca, della Famiglia di San Giuseppe Jato.
Secondo quanto emerso da indagini e processi, partecipa alle fasi di preparazione della strage di Capaci del 1992, in cui Cosa nostra uccide il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Il nome di Enzo Brusca si collega anche al sequestro e alla terribile uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo: è infatti uno dei suoi carcerieri. Le forze dell’ordine lo arrestano il 20 maggio del 1996, insieme al fratello Giovanni: su di lui pendono in quel momento le accuse di 5 omicidi e riceve una condanna a 30 anni di reclusione.
Dopo essere diventato collaboratore di giustizia, Brusca entra nel programma di protezione testimoni. Nel 2003 esce dal carcere per scontare il resto della sua pena in detenzione domiciliare.
L’arresto con il fratello Giovanni
A raccontare i dettagli dell’arresto di Enzo Brusca, in un articolo del 31 maggio del 2021, è l’Agi: “Quando gli agenti della Squadra mobile lo presero, a Cannatello, località di mare a due passi da Agrigento, Giovanni Brusca era col fratello Enzo Salvatore e con le rispettive famiglie”. L’operazione coinvolge un centinaio di uomini della Squadra mobile, dello Sco, dei gruppi speciali della polizia.
Si utilizza l’escamotage della “moto smarmittata” Giovanni ha un telefonino Gps, ma non si era sicuri sul posto in cui si trovi: è il rumore della moto a dare certezza. “Non opposero resistenza, i due fratelli pluri-assassini e quella stessa sera, nel ritorno a Palermo, ci fu un’altra scena famosa, quella dell’esultanza degli uomini della Mobile. Poco meno di un anno dopo la cattura di un altro pezzo da novanta come Leoluca Bagarella, feroce alleato di Brusca, nel segno dell’impero corleonese di Totò Riina, preso tre anni e mezzo prima, il 15 gennaio 1993″.
In diverse fiction e serie tv abbiamo ritrovato i personaggi di Giovanni ed Enzo Brusca. Proprio Enzo fu il primo a pentirsi, seguito dal fratello Giovanni. Tante le testimonianze, in numerosi processi. Giovanni Brusca, nel 2021, ha finito di scontare la sua pena ed è tornato libero dopo 25 anni di carcere.
L’omicidio Di Matteo
Il 16 gennaio del 2023, poco dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, la trasmissione Chi l’ha Visto? di Rai3 ha diffuso un audio con la voce di Enzo Brusca, che racconta come sia stato ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo. Il bambino venne ammazzato l’11 gennaio del 1996, dopo 25 mesi di prigionia: prima fu rapito e poi strangolato e sciolto nell’acido. Nel corso del processo, Enzo Brusca ha così raccontato quanto successo quel giorno di gennaio.
“Dopo che gli abbiamo tolto la lettera siamo saliti di nuovo. Ci prepara un bidone e va a prendere l’acido. Monticciolo ritorna e noi abbiamo quasi ultimato togliendo il tappo e ci avvicendiamo per fare quello che dobbiamo fare. Mettiamo sull’ascensore il fusto senza far rumore per non far allarmare il bambino, il bidone con l’acido”, si sente negli audio, riportati da Fanpage.
Scendiamo tutto al piano terra e posiamo tutto. Prima gli ha detto: perché non guardi in alto, forse perché siccome lì c’era una finestra ogni tanto entravamo e lui sapeva che si metteva in un angolo girato e noi controllavamo se lui cercava di rompere queste finestre… perché erano fatte deboli”, ha detto .
E poi ancora: “Così si mette all’angolo del muro, apriamo questa porta di ferro. Entriamo tutti e tre, primo Chiodo, poi io e Monticciolo insieme. Chiodo si appresta a mettere il cappio, io lo prendo per una spalla e Monticciolo per l’altra. Chiodo tira, viene messo a terra. Si aspettava l’ultimo…e alla fine ho visto due lacrime che scendevano, sembrava un’eternità. Finito tutto l’abbiamo messo dentro al bidone, abbiamo versato l’acido e la mattina dopo l’abbiamo svuotato”.