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Il mistero dell’epigrafe del Teatro Massimo di Palermo

L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita: chi l’ha detto?

  • Il teatro Massimo è uno dei simboli della città di Palermo.
  • La sua bellezza è senza tempo: ha incantato e continua a incantare chiunque vi passi davanti.
  • In bella vista sul suo frontone, si legge una celebre frase: sapete chi è l’autore dell’epigrafe del Teatro Massimo?

“L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”. Quante volte, passando davanti il Massimo di Palermo, vi siete chiesti chi fosse l’autore di quella frase? Il celebre teatro è uno dei simboli indiscussi della città. Si trova in pieno centro, a piazza Verdi, ed è sempre un crocevia di gente, un punto nevralgico e vitale. Impossibile non fermarsi per scattare una foto o farsi scattare una foto. Ad accendere la curiosità di tanti, è l’epigrafe del Teatro Massimo, quella frase che campeggia sul frontone, che abbiamo appena citato. Quale mente le ha dato vita? Probabilmente non tutti lo sanno, ma dietro quelle parole si cela un piccolo mistero.

Ma procediamo con ordine e partiamo da significato. L’arte e la cultura sono fondamentali nella crescita della società civile, tanto da rivelare la vita di un popolo. Per quanto riguarda l’autore, vi sono possibili ipotesi, ma nessuna certezza. Pensate che si attribuisce anche ad autori della cultura classica, come Plinio e Plauto, ma non solo. Secondo alcuni sarebbe di Pirandello o del progettista del teatro, l’architetto Giovanni Battista Filippo Basile.

Diversi studiosi, nel corso del tempo, hanno cercato di fare luce sull’autore dell’epigrafe del Teatro Massimo. Lo storico palermitano Rosario La Duca scrisse un lungo elenco, arrivando poi a due possibili autori: Francesco Paolo Perez, sindaco di Palermo dal 1876 al 1878 e senatore del Regno d’Italia, e Vincenzo Gioberti, sacerdote e politico. Per entrambi, però, non vi sono conferme. Per quanto riguarda Perez, effettivamente vi è una citazione in un opuscolo conservato nella biblioteca dei Cappuccini di Palermo, ma si sarebbe smentito da solo. A Gioberti, invece, sarebbe stata attribuita questa frase da un assessore, durante i funerali dell’architetto Basile.

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Insomma, poche certezze, a parte quella della bellezza del Teatro!

Foto di Rossella Genduso

Redazione