La storia di Ettore Consonni è una di quelle che vanno raccontate. Poco più di un anno fa, nel pieno dell’emergenza da Covid-19, è stato trasferito in condizioni critiche da Bergamo a Palermo. Nella sua città non c’erano più posti disponibili in Rianimazione. Era già in coma e, quando si è risvegliato, si è ritrovato in Sicilia. Qui i medici dell’ospedale Civico del capoluogo lo hanno curato e la sua vicenda si è conclusa con un lieto fine. Ettore non ha mai smesso di ringraziare il personale sanitario palermitano. Da quel momento, la Sicilia ha conquistato un posto speciale nel suo cuore. Adesso è tornato da visitatore all’ospedale Civico, dove ha rivisto le persone che l’hanno accompagnato nel suo percorso di guarigione: ecco come è andata.
«Quando sono uscito dal coma – ha spiegato Ettore a Repubblica – ho detto due cose: che avrei fatto il tatuaggio della Sicilia e che sarei tornato come visitatore. Il tatuaggio l’ho fatto e da visitatore sono tornato a trovarvi. Siete delle persone speciali, l’ho sempre detto, un accoglienza fuori dal normale». Alle sue parole si aggiungono quelle di Francesco Di Lorenzo, Primario di Malattie Infettive all’ospedale Civico, che ha spiegato come, oltre al lavoro del reparto di Rianimazione, c’è stato un importante impegno umano. Ettore Consonni si è tatuato la Sicilia sul petto: porta sempre con sé la Trinacria oltre, naturalmente, al ricordo delle persone che gli sono state vicine. Una bella dimostrazione del fatto che le barriere geografiche contano davvero poco. La solidarietà non conosce confini.