La maggior parte degli ingredienti più apprezzati dalla tradizionale cucina siciliana, sono semplicissimi. Le ricette cosiddette “povere” hanno sempre saputo ottenere il meglio da ciò che si aveva a disposizione. Quei piatti, oggi, non hanno nulla da invidiare alle grandi preparazioni più blasonate, a dimostrazione del fatto che la semplicità paga sempre. La farina di ceci è molto nota in Sicilia, perché è l’ingrediente principale delle celebri panelle. Al di là dello street food, tuttavia, si tratta di un alimento che può essere impiegato in molti modi, per ricette dolci e salate. Può anche essere un addensante e può, ad esempio, sostituire le uova. Oltre a essere utile in cucina, presenta anche alcune proprietà e curiosità che molti di noi ignorano. Scopriamole insieme, cominciando proprio dai suoi benefici.
Partiamo anzitutto con una piccola curiosità. La farina di ceci è diversa dalle farine a base di cereali (quelle che si usano per pane e pizza). Questa differenza deriva dal fatto che è un prodotto della macinazione dei legumi secchi. Sapete, dunque, che potete prepararla anche in casa? Basta un mixer potente. A questa caratteristica si aggiungono anche diversi pregi. Si tratta, ad esempio, di una valida alternativa per le persone affette da celiachia o intolleranza alle proteine del grano, poiché è naturalmente privo di glutine (ricordatevi comunque di verificare che abbia l’etichetta con la certificazione “gluten free”). Contiene, inoltre una buona quantità di proteine e ha un buon rapporto tra fibre e carboidrati complessi. La farina ha, ovviamente, le proprietà dei legumi da cui deriva: pochi lipidi, alti livelli di calcio e vitamina B1, basso indice glicemico. In ultimo, ma non per ultimo, ricordate che è molto versatile in cucina.
I siciliani conoscono bene la farina di ceci, poiché la utilizzano per preparare le panelle. Questo street food è talmente buono da poter essere mangiato così com’è (si tratta di frittelle fragranti), insieme alle crocché di patate o dentro un panino. Vedete quanto sono versatili? La loro origini risalirebbe al tardo Medioevo o ai primi periodi della dominazione angioina in Sicilia. Pensate che i nobili francesi ne consumavano grandi quantitativi durante i banchetti.