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Nasce ad Agrigento il Museo vivente del Pistacchio. Le prime piante sono state messe a dimora lo scorso 17 settembre  nell’ambito della settima edizione di Fastuca Fest, l’evento che celebra il Pistacchio di Raffadali Dop.

Il nuovo Museo del pistacchio a cielo aperto

Il pistacchieto sorge in contrada Pietra Rossa, nel territorio di Agrigento, in un terreno di 1,5 ettari che fa parte del Parco Archeologico della Valle dei Templi, diretto da Roberto Sciarratta, dove si trova una necropoli sicana risalente al 2500 a. C. Verranno innestate tutte le varietà di pistacchio, un totale di 280 piante: “L’obiettivo – spiega Calogero Frenda, presidente del Consorzio del Pistacchio di Raffadali Dop – è la conservazione del genoplasma di ogni cultivar. Qui verranno le scuole per far conoscere anche ai più giovani le differenze fra le varie tipologie di pistacchio, a partire dalla Bianca napoletana, quella che caratterizza la nostra Dop”.

Oltre al museo vivente prevista la ristrutturazione di un immobile dove sorgeranno un museo dell’arte contadina e una sala che sarà destinata agli eventi. A piantare i primi alberelli il direttivo del Consorzio del Pistacchio: il presidente Calogero Frenda, il vicepresidente Francesco Nocera, il direttore Salvatore Gazziano, il responsabile dell’area tecnica Carmelo Bruno.

Il pistacchio di Raffadali

Il pistacchio di Raffadali è una varietà di pistacchio (Pistacia vera cv Napoletana, innestata su Pistacia terebinthus) a Denominazione di origine protetta DOP. Il nome è legato al comune di Raffadali, poiché, oltre alla produzione, il commercio del pistacchio, nella provincia di Agrigento, ha avuto storicamente il proprio centro in questa piazza per via della presenza di numerosi commercianti e trasformatori. Il Pistacchio di Raffadali ha ottenuto la denominazione di origine protetta il 22 marzo 2021.

Storia del Pistacchio

Areale del Pistacchio di Raffadali DOP

Gli impianti si ottengono dall’innesto di Pistacia vera su Pistacia terebinthus su substrati calcarei nel punto in cui lo spessore di questi suoli si assottiglia e il seminativo cede il posto a colture arido resistenti. L’areale di produzione si individua con i confini amministrativi dei seguenti comuni delle province di Agrigento e di Caltanissetta: Raffadali, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta, Agrigento, Cianciana, Favara, Racalmuto, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani, Cattolica Eraclea, Casteltermini, Santo Stefano Quisquina, Aragona, Comitini, Grotte, Montallegro, Alessandria della Rocca, Siculiana, Realmonte, Naro, Porto Empedocle, Castrofilippo, Campobello di Licata, Ribera, Canicattì, Palma di Montechiaro, Ravanusa, Camastra, Montedoro, Serradifalco.

Il riconoscimento della DOP

Il 21 settembre 2018 si è tenuta la pubblica audizione in presenza dei funzionari del MIPAAFT per la lettura e l’approvazione del disciplinare di produzione DOP (Denominazione di Origine Protetta) che è stato successivamente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale n. 261 . Il 20 novembre 2020 è avvenuta la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, della richiesta di registrazione della denominazione « Pistacchio di Raffadali », ex art. 2, lett. a), regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio. Il 22 marzo 2021, a seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/474 della Commissione del 15 marzo 2021 recante iscrizione di un nome nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette «Pistacchio di Raffadali» (DOP), il Pistacchio di Raffadali ottiene l’iscrizione nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette.

 

 

 

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