“La nostra coscienza va oltre la matematica. Se non capiamo chi siamo, ci lasceremo sopraffare dalle macchine. È la voglia di conoscere se stessi che ci distingue da loro“. Fisico, “padre” dei microchip e l’inventore della tecnologia touchscreen; sviluppatore della tecnologia MOS che permise la fabbricazione della memoria RAM: Federico Faggin riesce a parlare con una facilità enorme di problemi complessi.
E dall’alto dei suoi 83 anni portati con una leggerezza enorme, comunica ai giovani – sono stati oltre 1.400 i ragazzi delle ultime due classi del liceo a riempire ieri il Teatro Massimo di Palermo e, soprattutto, a seguire l’incontro su Coscienza e Intelligenza naturale e artificiale organizzato dalla business community Palermo Mediterranea, con una partecipazione inedita e invidiabile – una grande verità: “La coscienza è la capacità di conoscere se stessi? Abbiamo bisogno della scienza ma essa non potrà mai supplire alla dimensione umana e umanistica. Può integrare le funzioni e migliorare alcuni campi, ma sostituirla mai”. Come dire, ciò che distingue uomo e macchina sono la coscienza e il libero arbitrio.
Da ieri Federico Faggin è anche cittadino onorario di Palermo: lo ha nominato il sindaco Roberto Lagalla, ricordando che già nel 2008 il fisico aveva ricevuto dall’Università palermitana, la laurea Honoris Causa in Ingegneria. La cittadinanza arriva a un uomo e a uno scienziato, “che ha promosso una visione e una funzione etica della tecnologia” dice Lagalla.
Federico Faggin, introdotto da Donato Didonna membro del board di Palermo Mediterranea e main sponsor dell’evento con Cappadonia Gelati, si è confrontato con Marco Camisani Calzolari, cyberumanista, Riccardo Dal Ferro, inventore della stand-Up Philosophy e creatore del podcast filosofico “Daily Cogito” che raccoglie 2 milioni di ascoltatori mensili sul web; e con Antonio Chella, professore di Robotica. Insieme hanno risposto alle tantissime domande dei giovani e non hanno mancato di offrire interpretazioni e posizioni differenti.