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Yusupha Susso per fortuna sta meglio. "L'importante è che io sia vivo. È stato un miracolo sopravvivere a quello che mi è successo. Quando mi sono svegliato ho ripercorso quei momenti terribili e ora rendermi conto di essere ancora in vita mi rende ogni giorno felice", dice il ragazzo, ancora ricoverato all'ospedale Civico di Palermo.

Il ragazzo del Gambia di 21 anni rimasto gravemente ferito in una sparatoria avvenuta 10 giorni fa in via Fiume, ha ricominciato a parlare. Gli mancano i suoi genitori, che potranno affrontare il viaggio grazie alla Gesap che pagherà le spese. "Fino a pochi giorni non sapevano che ero vivo – dice Yusupha a "LiveSicilia" – ma ci siamo sentiti e non vedo l'ora di riabbracciarli". 

"Quello che mi è capitato mi ha confuso, non so se rimarrò a Palermo. Non sono arrabbiato, ma devo ricominciare da zero. È come se fossi rinato, ed è questa per me la cosa più importante. Il resto per adesso non mi interessa", chiosa il 21enne.

Dopo la visita di ieri pomeriggio del sindaco Leoluca Orlando, oggi a recarsi al Civico è stato il presidente della Regione, Rosario Crocetta: "Ad avere la peggio in questa vicenda terribile è stato un ragazzo di colore, ma poteva esserci chiunque. È il frutto del degrado in cui i settori più poveri della popolazione puntano troppo frequentemente all'ascesa criminale. Il ragazzo arrestato sembra si sia candidato a boss del quartiere, camminando tra la folla con una pistola, come se niente fosse. Ma ciò che mi ha preoccupato di più è stata l'indifferenza di chi ha notato quell'uomo con un'arma in mano e non ha immediatamente chiamato il 112 o il 113. Un episodio paramafioso a tutti gli effetti".