Ficarra e Picone, un duo inseparabile. Salvo Ficarra e Valentino Picone hanno conquistato un posto speciale nel cuore del pubblico. Un successo che abbraccia cinema, teatro, televisione e anche mondo delle serie tv, come dimostra il recente successo di Incastrati su Netflix. In un’intervista al Corriere della Sera, hanno raccontato tanti aneddoti inediti della loro vita privata e professionale.
L’intervista a Ficarra e Picone
Non puoi dire Ficarra, senza dire Picone. È davvero un momento d’oro per il duo palermitano, sulla cresta dell’onda per la serie “Incastrati” e già al lavoro per il nuovo film di Roberto Andò, insieme a Toni Servillo. Si conoscono da quasi 28 anni e tutto ha avuto inizio in un villaggio turistico di Giardini Naxos, Messina.
«Era il 1993, però quello che stava lavorando ero io, lui faceva il turista», dice Ficarra, e Picone aggiunge: «Sì, ma tu mi hai colpito subito, mi hai fatto ridere. Facevi l’animatore, io volevo fare il cabaret. L’incontro perfetto».
Salvo Ficarra racconta di non essere un figlio d’arte (i suoi genitori avevano un negozio d’abbigliamento), ma di avere avuto «Una famiglia divertente. Mio zio sapeva raccontare di quando era stato in crociera e in famiglia glielo chiedevamo come sketch». Tutto il contrario per Valentino Picone, che ha fatto teatro fin da ragazzino.
Il primo film di Ficarra e Picone, “Nati Stanchi”, è uscito vent’anni fa. A quel film è legato un divertente aneddoto, che chiama in causa Aldo Baglio. Fu lui, un altro palermitano, ad approvare il titolo: «Lo approvò – racconta Ficarra – fece una delle sue uscite tipo “Miii, che titolo!”».
Sia Salvo che Valentino non hanno mai lasciato la Sicilia. Una scelta che Valentino spiega così: «Vogliamo raccontare la Sicilia che viviamo, non quella che ricordiamo».
Perché Ficarra e Picone hanno lasciato Striscia la Notizia
Un addio, invece, c’è stato con Striscia la Notizia, dopo 15 anni: «Hanno scritto che abbiamo litigato con Antonio Ricci – dice Ficarra -, niente di più falso, perché lo amiamo e con lui c’è un bellissimo rapporto. Hanno detto che eravamo poco in sintonia con i palinsesti della rete. Ora, che alcuni programmi non rispondessero pienamente al nostro gusto può essere vero e forse li lanciavamo con meno entusiasmo, però noi abbiamo sempre avuto rispetto per i colleghi e le colleghe, che lavoravano esattamente come noi».
«Pochi sanno che cosa vuol dire lavorare a Striscia – aggiunge Picone -. Non solo devi andare in diretta, non solo ti cambiano i servizi da un momento all’altro e devi reggere la comicità, non solo si passa dalle risate alle cose più serie. Ma su tutto c’è anche Antonio Ricci che si mette a telefonarti, anzi, per la precisione a “citofonarti” con una comunicazione interna, mentre sei in onda, per farti andare in confusione. Quanto gli piaceva farlo con noi!».
Tanti gli aneddoti legati alla tg satirico di Mediaset. In particolare, entrambi sono rimasti legati a un ospite, come rivela Picone: «Io mi ricordo quando venne come ospite Paolo Villaggio. Ora, per due appassionati di comicità come noi quello è un incontro memorabile, perché Villaggio dal vivo era molto più cattivo, molto più tagliente rispetto alla finzione cinematografica. Cominciò a sciorinare una serie di stereotipi tra i più triti sui siciliani e noi gli davamo ragione, anzi, rincaravamo la dose. Riuscimmo a farlo sorridere, una conquista».
Il duo palermitano al lavoro con il film di Roberto Andò
In merito al nuovo film di Roberto Andò, con Toni Servillo, la cui lavorazione è appena iniziata, raccontano: «È ambientato nel 1920 e racconta un frammento della vita di Pirandello, che venne in Sicilia per un soggiorno breve ma importante perché legato alla messa in scena di uno dei suoi lavori più famosi».
«Di certo – dice Picone – da Roberto impareremo molto, come abbiamo imparato da altri grandi registi. Per me, primo tra tutti, Peppuccio Tornatore». Un percorso professionale e personale lungo e intenso, che nasce da una grande sintonia. Non si possono improvvisare quasi 28 anni di sodalizio: qual è il segreto della coppia?
«Se non la pensassimo allo stesso modo sulle questioni fondamentali non saremmo riusciti a raggiungere questo traguardo. Certo, condividere le radici è tanto, ma non basta», dice Picone. «Giusto, senti io devo scappare a prendere un aereo, continua tu Vale, ciao ciao», aggiunge prontamente Ficarra. La sintonia di Ficarra e Picone la si percepisce sempre, anche nelle interviste. Al di là dei segreti del successo, ciò che non è per nulla nascosto è il loro grandissimo talento.