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Quale pianta può racchiudere in sé il meglio del carattere siciliano? Il Fico d’India è qualcosa di davvero speciale. È un prodotto in grado di crescere in climi caldissimi, funestati dalla continua penuria di acqua. Il Fico d’India è apparentemente poco incline al contatto e all’”amicizia”, eppure regala zucchero, calcio, fosforo e vitamina C. Ma non solo.

Proprietà dei fichi d'india

La scienza ha ampiamente dimostrato le sue peculiarità ipoglicemizzanti e ipocolesterolemizzanti. Il succo prelevato dalle foglie e dalle radici della pianta, infatti, in dose di 1 mg per kg di peso, è capace di mantenere i livelli glicemici a valori normali. Sono stati condotti degli studi sia su dei topolini da laboratorio che su delle persone volontarie affette da diabete di tipo 2. Dagli esperimenti si è osservato che l’iperglicemia post-prandiale dei soggetti sani veniva attenuata più della riduzione glicemica da digiuno nei soggetti diabetici. In quest'ultimi il potere ipoglicemizzante si è dimostrato discreto e, nei casi in cui i volontari non fossero insulino dipendenti , addirittura ottimo. Probabilmente il merito è da attribuire alle fibre presenti nella polpa della foglia: pectine varie, cellulosa ed emicellulosa potrebbero in qualche modo interferire con l'assorbimento del glucosio. Effetto potenziato probabilmente dall'enzima glucosio 6-fosfato-isomerasi, presente in quantità apprezzabili nel fico d'india.

Per quanto riguarda il colesterolo, è apparso più volte chiaro che un consumo costante dell'estratto di ficodindia riduca selettivamente il colesterolo cattivo LDL. Nel corso degli anni sono stati condotti diversi esperimenti nei quali i soggetti analizzati venivano sottoposti a dei pasti ricchi di grassi. Contestualmente veniva somministrata anche una frazione pectinica del ficus-indica. A quanto pare avveniva un incremento d'espressione del recettore epatico per l’apolipoproteina B/E al quale seguiva una riduzione del colesterolo cattivo. E il tutto senza alterare il meccanismo dell’assorbimento del colesterolo, quanto piuttosto la sua omeostasi.

Il frutto è anche ricco di nutrienti e minerali. Inoltre ci sono anche due sostanze come la betanina e l’indicaxantina, che sono betaline (pigmenti colorati della polpa), le quali svolgono una forte azione antiossidante e quindi di prevenzione contro l'invecchiamento e malattie dovute alla formazione radicalica. E l’ipertrofia prostatica benigna? In passato due ricercatori israeliani, incuriositi dai decotti che noi siciliani usualmente facciamo con i fiori di fico d’India, ne hanno analizzato le proprietà diuretiche e hanno notato che apporterebbero notevoli benefici in caso di ipertrofia prostatica benigna. Durante la ricerca a ogni paziente veniva somministrata tre volte al giorno una preparazione di due perle contenenti estratto secco dei fiori. La sensibilità della vescica è migliorata nel tempo, diminuendo anche i fenomeni di incontinenza e l'urgenza di andare in bagno spesso.

Le calorie dei fichi d'india

I fichi d’india sono frutti poco calorici: 100 grammi apportano all’organismo circa 55 calorie. Un singolo frutto, però, pesa tra i 200 e i 300 grammi, e qualcuno arriva perfino a 400. Fatti i conti, dunque, c’è da fare attenzione alla risposta della bilancia. Un altro aspetto da tenere in considerazione è che i fichi d’India sono sconsigliati per determinate categorie di persone. A cominciare da chi soffre di diverticoli: i piccoli potrebbero andare a depositarsi nelle anse intestinali creando infiammazione e aggravando eventuali sintomi giù presenti. Meglio sempre inoltre non eccedere nel consumo di questi frutti per non avere effetti collaterali indesiderati di tipo gastrointestinale.
 

Usi dei fichi d'india

In Messico il Fico d’India è utilizzato per l'allevamento del Dactylopius coccus, una cocciniglia che parassita i cladodi, da cui si ricava un pregiato colorante naturale, il carminio. I tentativi di importare l'allevamento anche nel Mediterraneo non hanno avuto successo per la evenienza, nei mesi invernali, di temperature eccessivamente basse e di piogge frequenti che impediscono la sopravvivenza dell'insetto. L'allevamento si è affermato, invece, nelle isole Canarie, soprattutto Lanzarote, dove costituisce una fiorente attività economica. In agronomia è utile per la difesa del suolo, per la realizzazione di siepi frangivento, per la pacciamatura, per la produzione di compost. In cosmetica viene utilizzato per la produzione di creme umettanti, saponi, shampoo, lozioni astringenti e per il corpo, rossetti. Impossibile non citare la produzione di adesivi e gomme, fibre per manufatti e carta. Dai semi, infine, viene estratto l'olio.

Fichi d'india in cucina

I fichi d’India possono essere utilizzati per la produzione di succhi, liquori, gelatine (in Sicilia detta mostarda), marmellate, dolcificanti e altro. Le pale, più propriamente “cladodi”, poi, possono essere mangiate fresche. Come? In salamoia, sottoaceto, canditi, sotto forma di confettura. Vengono utilizzati anche come foraggio. In Sicilia si produce tradizionalmente uno sciroppo, ottenuto concentrando la polpa privata dei semi, del tutto simile come consistenza e gusto allo sciroppo d'acero. È anche utilizzato nella preparazione di dolci rustici e come infuso per un liquore digestivo.
 

Marmellata di fichi d'india


Una delizia che conquista tutti, indiscutibilmente. Prepararla è anche abbastanza semplice. Iniziate pulendo bene i fichi d’India, rimuovendo anche le bucce. Per farlo, teneteli in acqua per un bel po' in modo tale da ammorbidire le spine e poterle togliere senza problemi. Meglio utilizzare forchetta e coltello. Una volta che avrete rimosso le bucce, tagliateli in piccoli cubetti. Metteteli ora in una pentola capiente e cuocete i fichi mescolandoli di tanto in tanto, finché non si saranno ammorbiditi. A questo punto passateli con il passaverdura per eliminare i semini. Rimettete tutto nella pentola e aggiungete lo zucchero. Una volta raggiunta l'ebollizione aggiungete il succo di limone e cuocete ancora per 40 minuti, mescolando ogni tanto. Quando la marmellata avrà raggiunto la giusta consistenza, mettetela in dei barattoli sterilizzati, chiudeteli e lasciateli sotto sopra finché non si raffredderanno completamente, così da far sterilizzare anche i tappi. Il gioco è fatto!

 

 

Frittelle a base di fichi d'india

La ricetta non è nemmeno troppo laboriosa, nonostante alla fine il risultato sia strabiliante. Cominciamo dagli ingredienti per 4 persone:

– 2 pale giovani di fichi d’India

– 2 uova

– farina 00 qb

– acqua frizzante fredda qb

Iniziate pelando le pale in modo da rimuovere le spine. Lavatele e lessatele in acqua calda leggermente salata. Fate cuocere per 30 minuti dall’ebollizione, poi scolatele e sciacquatele sotto acqua fredda corrente in modo da eliminare la gelatina. Fate raffreddare e nel frattempo preparate la pastella per la frittura. Sbattete le uova in una ciotola capiente, dunque unite l’acqua e la farina in modo da ottenere un composto denso e privo di grumi. Prendete le pale del fico d’India, tagliatele a listarelle, passatele nella pastella e immergetele nell’olio caldo. Quando le frittelle saranno ben dorate, sollevatele con una schiumarola, asciugatele con carta assorbente da cucina, salate a piacere e servite calde.