La giornata del 2 novembre assume un significato molto profondo in Sicilia. Si tratta di una delle ricorrenze più amate, legate alla tradizione e al ricordo delle persone care che ci hanno lasciato. La commemorazione dei defunti è un momento di ricordi e riflessione, di celebrazione ma anche di raccoglimento. I più piccoli, al risveglio, trovano i doni lasciati dalle persone care che non ci sono più: dolci e giocattoli, che mantengono saldo il legame con gli affetti che li hanno lasciati. In questo modo, si rende il concetto di morte meno spaventoso. Alla festività sono collegate non soltanto alcune ricette tipiche, come biscotti e pietanze salate, ma anche alcune filastrocche, come quella che scopriremo insieme oggi. Sicuramente in ogni provincia ve ne sono di tipiche, ma questa è particolarmente conosciuta e siamo certi del fatto che tanti l’abbiano sentita almeno una volta.
“Armi santi, armi santi (Anime sante, anime sante)
Io sugnu unu e vuatri siti tanti: (Io sono uno e Voi siete tante)
Mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai (Mentre sono in questo mondo di guai)
Cosi di morti mittitiminni assai” (Regali dei morti mettetemene molti).
Basta leggere la traduzione per comprenderne il significato. Si tratta di un invito rivolto ai parenti defunti, affinché portino tanti doni e allevino un po’ i guai cui si va inevitabilmente incontro nel proprio percorso di vita. Un invito che viene dal cuore e che, una volta di più, fa sentire vicini gli affetti che non ci sono più.