Il Financial Times esalta la “rinascita” di Palermo in un lungo articolo dal titolo “Return to Palermo” in cui si parla della città “un tempo gioiello del Mediterraneo, negli anni ’80 diventato fatiscente e pericoloso e ora, liberato dalla morsa della mafia”.
La descrizione attraverso le storia di diverse testimonianze. Francesco Ficola, oggi 37enne che ricorda “i posti di blocco della polizia in tutta la città e il centro storico praticamente abbandonato, i suoi grandi palazzi e le chiese barocche cadute in rovina”.
A 18 anni Ficola si unisce all’esodo verso il nord, dove studia ingegneria elettrica prima di entrare in una multinazionale di consulenza a Milano. Ma dopo un primo lockdown nel 2020, si è trasferito temporaneamente a Palermo ed è rimasto affascinato dai profondi cambiamenti in atto: “le strade un tempo deserte del centro storico erano piene di nuovi ristoranti, bar e botteghe di artigiani. Gli edifici fatiscenti venivano ristrutturati. Erano emersi nuovi spazi culturali. La città sembrava emanare possibilità”.
Ficola è tornato definitivamente a Palermo l’anno scorso. “Questa è una città meravigliosa e, sebbene abbia molti problemi, sono sicuro che abbiamo il potenziale per tornare a quello che eravamo alla fine del XIX secolo”.
“L’Europa ha riscoperto una capitale dimenticata”
Lo storico dell’arte Claudio Gulli, 37 anni, tornato nel 2016 dopo 11 anni di lontananza, afferma che “l’Europa ha riscoperto che esisteva una capitale dimenticata – o addormentata – dove si possono ancora trovare cibi, case, opere d’arte a prezzi accessibili,m un dinamismo, un entusiasmo completamente diverso da tutte le altre città d’Italia”.
L’artista italiana Stefania Galegati è arrivata 16 anni fa dal nord e scherza dicendo che ora è un “comitato di accoglienza” per i nuovi arrivati.
“Sono stata chiamata da Palermo. Avevo vissuto a Milano, Berlino, New York ed ero stanca del tipo di relazioni che hai lì, finalizzate solo al lavoro. Volevo avere un ritmo più lento”.
Palermo è una capsula del tempo
Stefania Auci, autrice di un bestseller sui Florio descrive la sua città natale come “una capsula del tempo. È un piacere, soprattutto in primavera, fare una lunga passeggiata la mattina presto. Palermo è un posto dove puoi trovare il pane fresco, i fiori, il profumo del mare e della gente che cucina. Molti stimoli”.
Palermo dopo il 1992
Nell’articolo si fa riferimento a cosa succese nel 1992, quando Cosa Nostra uccise i due più famosi procuratori antimafia italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quegli omicidi, però, rappresentarono un punto di svolta, quando Roma finalmente lanciò una feroce repressione antimafia e l’opinione pubblica si ribellò contro l’influenza della mafia.
Oggi Palermo – conclude il Financial Times – non è ancora per i deboli di cuore o per chi cerca l’efficienza. Dopo decenni di famigerata corruzione governativa – quando gli appalti di lavori pubblici venivano assegnati a imprese legate alla mafia – i servizi pubblici sono scadenti, la burocrazia è densa. Il numero dei residenti continua a diminuire, in linea con le tendenze più ampie dell’Italia, la cui popolazione sta invecchiando e diminuendo.
“Non possiamo dire che Cosa Nostra sia stata completamente eliminata, ma la loro presa sulla città è stata interrotta”, ha affermato Dario Falzone, consigliere comunale di Palermo al quotidiano britannico. “Il sistema mafioso sta diventando sempre più piccolo e ha un approccio diverso rispetto al passato. Funziona nell’ombra”. Fonte: Italpress.
L’articolo del Financial Times è qui.