Fiorello racconta la sua Sicilia. Che lo showman sia l’indiscusso uomo dell’anno, è ormai risaputo, così come sono ben note le sue origini catanesi. Un’intervista su Quotidiano.net offre al conduttore l’occasione per parlare della passione che lo lega alla sua terra, attraversandone luoghi, specialità culinarie e tradizioni.
Fiorello racconta la sua Sicilia
L’intervista a Rosario Fiorello inizia dalla nostalgia per la Sicilia, che “c’è sempre, e alberga costantemente nel nostro cuore. Si manifesta ogni qualvolta vedi una foto, del cibo, ricordi un profumo e allora penso: ”Ah la nostalgia della mia terra!”. Ci chiamano ”terroni” non a caso (ride, ndr)… Ci chiamano così perché siamo attaccati alla terra”.
Lo showman è nato il 16 maggio del 1960 a Catania: “È il mio luogo di nascita e poi è diventato negli anni, in qualche modo, il luogo dei sogni, del ragazzino che va ad abitare in provincia e che il sabato e la domenica viveva la vita da cittadino a Catania: e allora con gli amici si andava al cinema a Catania, in discoteca a Catania, al negozio più bello a Catania, a comprare i dischi a Catania, a Catania che era la Milano del Sud, e quindi per me rappresentava questo”.
Un’altra città alla quale Fiorello è molto legato è Augusta. Qui, spiega, ha vissuto “gli anni più belli della mia vita“. L’intervista offre al conduttore di Viva Rai2 l’occasione per parlare della Sicilia più bella, ma anche di quella che ha qualche difetto: “La Sicilia è bella così com’è con tutti i pregi e i difetti. I difetti si migliorano, e negli anni questo cambiamento lentamente sta avvenendo. Stiamo migliorando, ma non amo poi molto parlare e sentire parlare dei difetti, soprattutto da parte di coloro, come me, che non vivono più in Sicilia e lo fanno comodamente seduti su un divano da Roma. Noi siciliani che siamo andati fuori siamo tutti bravi a dire cosa non vada, ma intanto noi ce ne siamo andati”.
Tornando, quindi, al bello della sua terra, Fiorello ne decanta le meraviglie, dalle mete più blasonate a quelle meno note e dell’interno: “Ecco, invito chi va in Sicilia a ricordarsi di esplorare anche i luoghi dell’entroterra per scoprire i mille tesori custoditi in quella Sicilia più misteriosa e nascosta”.
In ultimo, nell’intervista non poteva mancare un accenno alla cucina. Quando gli viene chiesto qual è il suo piatto preferito, risponde: “Dipende da dove vado. Intanto, per cominciare, l’arancino/a arancini/e, nelle due forme, quello per me è il pasto completo preferito; soprattutto, io amo l’arancino al burro, quello bianco senza ragù dentro. Mi piace tantissimo. Poi, se vado a Palermo gli anelletti al forno sono pazzeschi. Nella mia zona, beh, la granita con brioche non la batte nessuno. La fanno in modo unico”.