Fioriscono i mandorli in Sicilia. Proprio in questi giorni sta avendo inizio lo spettacolo della fioritura dei mandorli a Caltanissetta. L’antica varietà della “cavalera” ha fatto sbocciare i suoi primi petali e, per vedere fiorire le altre varietà, manca poco.
Il mandorlo è originario dell’Asia Sud-Occidentale e viene coltivato per il suo seme, la mandorla. Venne introdotto in Sicilia dai Fenici dalla Grecia (i romani lo chiamavano “noce greca”), dopodiché si diffuse in Francia, Spagna e quasi tutti i paesi del Mediterraneo.
Il frutto del mandorlo selvatico contiene glucoside amigdalina, che si trasforma nel mortale acido cianidrico in seguito a danni al seme. Dopo la coltivazione e l’addomesticamento, le mandorle divennero commestibili: senza dubbio venivano arrostite per eliminarne la tossicità.
Le mandorle domestiche non sono tossiche. Jared Diamond ritiene che una mutazione genetica abbia determinato la scomparsa del glucoside amigdalina; questi esemplari mutanti sono stati coltivati da antichi agricoltori. Secondo alcuni studiosi, le mandorle furono uno dei primi alberi da frutto a essere coltivati grazie “all’abilità dei frutticoltori a selezionare i frutti.
Così a dispetto del fatto che questa pianta non si presta alla propagazione tramite pollone o tramite talea, esso doveva essere stato addomesticato perfino prima dell’invenzione dell’innesto”.
I mandorli domestici appaiono nella prima parte dell’Età del bronzo (3000-2000 a.C.). Un esempio archeologico di mandorlo sono i frutti trovati nella tomba di Tutankamon in Egitto (circa 1325 a.C.), probabilmente importati dal Levante.