Oggi facciamo tappa sui Monti Nebrodi, a metà tra Messina e Catania, per scoprire il paese più alto della Sicilia. Si trova proprio sullo spartiacque tra il mar Tirreno e il mar Ionio, a 1257 metri sopra il livello del mare, e il suo nome è Floresta.
Questo sito ha una interessante storia, poiché già nell’antichità era occupato da una foresta di alberi ad alto fusto, dalla quale i Romani ricavavano il legname utile alla costruzione della navi, sia da guerra che da trasporto. Questo lavoro, probabilmente, veniva svolto da prigionieri di guerra e schiavi, che potrebbero aver composto il primo insediamento.
Tale primo insediamento sarebbe stato abbandonato durante l’alto Medioevo, a causa di difficoltà di comunicazione e approvvigionamento. Nel XIV secolo il sito fu inglobato nei domini di Federico d’Aragona e divenne feudo. Un anno importante fu il 1619, quando Filippo III di Spagna nominò Antonio Quintana Duegna “Marchese della Foresta di San Giorgio e Grassetta”.
L’etimologia del toponimo Floresta deriverebbe da un’alternanza del termine latino “Foresta“, ma c’è anche un’ipotesi secondo cui si ricollegherebbe all’espressione, sempre latina, “Flos aestatis”, cioè “fiore d’estate”. Nel corso dell’età feudale venne impiantata un’intensa produzione cerealicola, con alcuni mulini ad acqua. Arriviamo così al 1820, anno in cui divenne Comune, con un impianto urbano vero e proprio, sviluppatosi intorno alla chiesa madre di Sant’Anna e alle vie Vittorio Emanuele e Umberto I.
Floresta non è noto solo per essere il Comune più alto della Sicilia. Offre, infatti, anche la possibilità di visitare il Parco dei Nebrodi, un’area protetta con panorami mozzafiato e grande biodiversità e si caratterizza per la presenza dei cùbburi, cioè costruzioni di forma circolare, presenti nelle campagne, utilizzate anticamente come riparo dai pastori.
Il territorio circostante si caratterizza per la presenza di diversi rifugi pastorali in pietra denominati anche “pagghiari ‘mpetra“: costruzioni di pietre a secco, con pianta circolare e copertura a cupola autoportante, che si armonizzano col paesaggio quasi fossero elementi naturali. Tornando al paese, le vie del centro storico sono l’ideale per una passeggiata rilassante.
A Floresta ci sono due chiese: la Chiesa Madre dedicata a Sant’Anna e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova. L’edificio della Chiesa Madre risale alla metà del 1700 e in origine era dedicato a San Giorgio. Nel XIX secolo fu rimaneggiato e ridedicato a sant’Anna, tuttora patrona del paese. La chiesa di Sant’Antonio si trova a Ovest del centro abitato ed è dedicata al Santo di Padova. La feste celebrate sono: il 13 giugno Sant’Antonio, il 26 luglio Sant’Anna, il 19 settembre San Giuseppe.
Da non perdere anche il Il bosco di Floresta, un’area protetta nel cuore dei Nebrodi. Oltre alle tante opportunità per passeggiate ed escursioni, durante l’autunno è un luogo ideale per la raccolta di funghi. Per arrivare, basta semplicemente seguire la strada statale 116.
Il mestiere più antico praticato a Floresta è l’allevamento dei bovini. Ancora oggi è una delle attività economiche prevalenti, con una lunga tradizione scandita dal ritmo delle stagioni: gli allevatori trascorrevano il periodo primaverile ed estivo nei pascoli locali mentre, durante i mesi invernali, facevano la transumanza e trasferivano le mandrie in zone più calde (le cosiddette “marine”). L’allevamento era finalizzato alla produzione di formaggi, in particolare ricotta fresca, stagionata, infornata, e la nota provola florestana.
Anche il ricamo era un’attività artigianale molto diffusa tra le mura domestiche. Le bambine, fin da piccole, venivano mandate a scuola di ricamo “a mastra”. Trova spazio nei ricordi anche l’arte di realizzare manufatti intrecciando il giunco, un’attività ormai quasi scomparsa. Ormai scomparsa, invece, la lavorazione della pietra arenaria, praticata sin dal 1600.
Il paese più alto della Sicilia ha una cucina ricca e variegata. I piatti tipici riflettono la tradizione culinaria montana ed esaltano le eccellenze locali. Una delle produzioni principali è la Provola florestana, un formaggio semi-duro che si distingue per il suo sapore deciso e leggermente piccante. È spesso accompagnato da salumi locali di suino nero dei Nebrodi. Un altro piatto imperdibile è la pasta con i funghi. Foto in evidenza Di Davide Mauro – Opera propria, CC BY-SA 4.0.