Foca monaca alle Isole Eolie, l’avvistamento eccezionale da parte di un barcaiolo di Stromboli e alcuni turisti, nei pressi dell’isolotto di Strombolicchio. L’esemplare nuotava a pelo d’acqua al momento dell’avvistamento e, in un primo momento, si pensava potesse essere un delfino.
Un esemplare di foca monaca (bue marino) è stato visto nuotare a pelo d’acqua nel mare delle Isole Eolie: un barcaiolo e alcuni turisti, con grande sorpresa, l’hanno potuto ammirare nei pressi dell’isolotto di Strombolicchio. In un primo momento sembrava fosse un delfino, poi, quando dall’acqua è emerso il capo, sono bastati pochi secondi per scoprire la vera identità.
Si tratta di un mammifero acquatico molto raro, che rientra nella categoria delle specie dichiarate a rischio estinzione. Il mare siciliano è spesso meta di esemplari più o meno rari: soltanto pochi giorni fa, vi abbiamo raccontato della presenza di numerosi capidogli.
Anche a Panarea c’è stato un altro avvistamento, ma non è chiaro se si tratti dello stesso esemplare di Stromboli. L’ultimo avvistamento di una foca monaca certificato nel mare eoliano, è stato a Salina, nell’ottobre del 2000. La foca monaca, specie a Filicudi, era presente in passato con diversi esemplari.
L’Associazione Filicudi Wildlife Conservation, che si occupa della salvaguardia e di cetacei e tartarughe marine nelle Isole Eolie, attraverso i social ha confermato che l’avvistamento di foca monaca è un “evento eccezionale”, anzitutto per le rare immagini che la riprendono a galla e poi in immersione, poiché è solitamente molto diffidente.
A rendere ancora più speciale l’evento, il fatto che sia una delle specie più minacciate del mondo, con 400-5000 individui residui tra Grecia, Turchia e un piccolo tratto di costa atlantica, tra il Marocco e la Mauritania.
Dichiarata a rischio estinzione nel 1978, per fortuna resiste ancora in diverse aree del Mediterraneo, con individui solitari o coppie mamme-piccolo. Dato che il numero di individui risulta molto sottostimato, la rete di segnalazioni e avvistamenti è fondamentale per mappare la distribuzione e identificare gli hot spot di presenza della specie.
“La creazione di aree marine protette – spiega Filicudi Wild life Conservation – è l’unica vera soluzione per fermare la drastica riduzione di individui di foca monaca nel Mediterraneo e sperare di potere avere colonie di foca riproduttive, perché no anche in Italia. Che questo avvistamento sia il trampolino di lancio per ricominciare a parlare di area marina protetta alle Isole Eolie”.