L’opera di Carmelo Mendola restituita alla città.
- Fontana dei Malavoglia di Catania, il simbolo torna allo splendore.
- Negli scorsi decenni aveva perso il suo fascino per la mancata manutenzione.
- Installata nel 1975, non funzionava da diversi anni.
Tornano a funzionare, dopo oltre un anno di lavori, i getti d’acqua di una delle fontane-simbolo di Catania. Il gruppo scultoreo di Carmelo Mendola ha ritrovato il colore originario, con un effetto combinato tra le intersezioni del basamento, del tutto rifatto. Si può ammirare di nuovo l’effetto scenografico che, per decenni, ha rappresentato una delle immagini da cartolina più celebri del capoluogo etneo. La Fontana dei Malavoglia è stata riconsegnata ufficialmente alla città. «Abbiamo riconsegnato alla Città, recuperata nella sua bellezza originaria e funzionante in ogni sua parte, la fontana de “I Malavoglia”, opera realizzata dallo scultore Carmelo Mendola installata nel 1975, ma non funzionante da parecchi anni» ha commentato il sindaco, Salvo Pogliese.
La Fontana dei Malavoglia splende di nuovo
«La fontana – ha aggiunto il primo cittadino – uno dei simboli di Catania, a causa di totale assenza di manutenzione nei decenni scorsi, aveva perso gran parte del suo fascino che ora abbiamo recuperato con la sostituzione del telaio in acciaio, non visibile dall’esterno, che sostiene il manufatto scultoreo verghiano; il rimpiazzo di tutti gli impianti di diffusione dell’acqua e del sistema elettrico di riciclo e della caratteristica illuminazione e, soprattutto, il ritorno al colore originario dell’opera, che negli anni era stata riverniciata con modalità del tutto improprie, utilizzando persino la resina. Interventi che hanno rischiato di danneggiare la preziosa opera, su cui si è dovuto agire con una certosina azione di ripristino, anche sulla scorta delle indicazioni di esperti di restauro di beni monumentali».
Per quanto riguarda il finanziamento dei lavori per la Fontana dei Malavoglia, Pogliese ha spiegato: «I fondi utilizzati per il restauro sono quelli per la democrazia partecipata che prevedono una compartecipazione, in favore dei Comuni, al gettito regionale dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, e un successivo intervento di 30 mila euro prelevati dalla tassa di soggiorno e dunque senza incidere sul bilancio comunale».