Forbes torna a celebrare la Sicilia. Stavolta non c’entrano le spiagge e neanche il turismo, bensì i suoi vini. Secondo la testata di fama internazionale, infatti, proprio la nostra isola è la principale regione vinicola d’Italia. Un articolo a firma di Livia Hengel ci spiega perché.
“La Sicilia è un’isola che ha tutto“. Esordisce così, in modo semplice e diretto, l’articolo di Forbes dedicato al vino siciliano. La Trinacria è la più grande regione vinicola d’Italia, pronta ad espandersi: “vero microcosmo d’Italia“, viene definita un “continente vinicolo”, con i suoi 98mila ettari di vigneto e ad un clima mite tutto l’anno. “Grazie a queste altitudini elevate e alla ventilazione dell’isola, il vino siciliano ha una caratteristica personalità mediterranea con una freschezza ed eleganza che lo distingue dagli altri vini del sud”.
Grazie all’arrivo di uve internazionali, il profilo della regione è cresciuto negli ultimi tre decenni, ma una nuova andata di viticoltori sta tornando alle radici della Sicilia. Si scommette di più sulle uve autoctone e sulla sostenibilità, celebrando la biodiversità dell’isola.
“La più grande isola del Mar Mediterraneo, la Sicilia vanta climi, suoli e topografia diversi”, sottolinea Forbes. Queste condizioni ideali di coltivazione la rendono un terreno fertile per l’agricoltura biologica che necessita di interventi limitati. La vendemmia, sull’isola, dura ben cinque mesi, iniziando a fine luglio per i primi vitigni a bacca bianca e terminando a novembre sulle pendici più alte dell’Etna.
L’articolo di Forbes visita cantine e approfondisce la conoscenza con il vino siciliano. La fama dell’Isola è cresciuta soprattutto grazie al Nero d’Avola e al Grillo, due vitigni locali che prosperano nei terreni. Il Grillo era usato solo per produrre il Marsala, nell’Ottocento e stava per estinguersi nel 2005. Fu allora che il Consorzio Sicilia DOC è intervenuto per fare rivivere quell’uva. Adesso è presente in alcune delle etichette più importanti della regione: rinfrescante, fragrante, con aromi di frutta tropicale.
Simile nello stile al Syrah, il Nero d’Avola è l’uva rossa più prolifica della Sicilia. Dà vita ad un vino elegante di medio corpo, con aromi di frutta rossa, note di pepe e una bella acidità. Catarratto, Inzolia, Frappato e Nerello Mascalese sono altre varietà comuni che incontrerai sull’isola.
Le 70 uve autoctone della Sicilia sono salvaguardate e studiate presso l’Orto Botanico di Palermo. Conosciuti anche come “vitigni reliquie”, sono veri e propri reperti del passato, che parlano del ricco patrimonio agricolo dell’isola. E ora alcuni viticoltori sono desiderosi di sperimentare la coltivazione di queste nuove viti, dando loro nuova vita.
“Con un costante rispetto per la tradizione e l’impegno per la sostenibilità e l’innovazione, il futuro dei vini siciliani appare luminoso”, conclude Forbes. Non possiamo, dunque, che fare un brindisi alla Sicilia e alla sua viticoltura sempre più amata.