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Dopo 101 anni è tornato alla luce il forno Hoffmann, cuore produttivo della Fornace Penna di Sampieri. A darne notizia è stato il sindaco di Scicli, Mario Marino, che ha anche spiegato qual è lo stato di avanzamento dei lavori di recupero. Dal passaggio della Fornace al Demanio regionale, lo scorso febbraio, sono stati effettuati interventi per oltre 600mila euro tra recinzione, messa in sicurezza delle bifore e, adesso, il primo cantiere dedicato alla salvaguardia dell’anello della Fornace.

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Il rinvenimento del forno Hoffmann è un risultato importante, reso possibile dai lavori in corso da parte della Sovrintendenza di Ragusa, con un investimento di 539mila euro da parte della Regione Siciliana. “Come Amministrazione comunale – ha commentato il sindaco Marino – siamo grati alla Sovrintendenza per il lavoro in corso, ma sappiamo che la strada è ancora lunga. Serviranno ulteriori fondi e un impegno condiviso per restituire piena dignità a questo straordinario esempio di archeologia industriale, simbolo della nostra identità”.

Fornace Penna storia

La Fornace Penna fu realizzata dai Baroni Penna di Portosalvo tra il 1909 e il 1912 su progetto dell’ingegnere Ignazio Emmolo, che si laureò in matematica a Catania e in ingegneria civile a Napoli nel 1895, nel sito di Punta Pisciotto, su un terreno appartenente ai Baroni Penna. Lo stabilimento produceva laterizi che venivano esportati in molti paesi mediterranei: gran parte di Tripoli (Libia) dopo la guerra del 1911 fu costruita con laterizi del “Pisciotto“.

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Si lavorava dalla 6 del mattino sino all’imbrunire, da maggio a settembre; con le prime piogge la Fornace Penna veniva chiusa. Vi hanno trovato occupazione un centinaio di operai in età compresa tra i 16 e i 18 anni. La cessazione dell’attività dello stabilimento avvenne durante la notte del 26 gennaio 1924, a causa di un incendio doloso che lo distrusse in poche ore.

Nel XXI secolo, grazie anche al fascino delle sue rovine, la Fornace Penna è stata utilizzata come set cinematografico: “La Mànnara“, come viene nominata la località dove sorge la fabbrica, in un episodio dello sceneggiato televisivo Il Commissario Montalbano. In occasione di una sua visita, Vittorio Sgarbi l’ebbe persino a definire “una basilica laica in riva al mare“.

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