Lungo il corso del fiume Simeto, il maggiore tra i corsi d’acqua della Sicilia, si trova un’area protetta di circa 291 ettari, che comprende anche territori di Randazzo e Bronte. Siamo proprio al confine tra Centuripe ed Adrano. Qui il fiume ha scavato profondi canyon nella pietra lavica, segnando il confine tra le province di Catania e Messina. È una zona di ideale congiunzione tra i monti Nebrodi e i loro sedimenti e l’Etna e la sua pietra lavica. Le Forre laviche del Simeto sono un ambiente selvaggio e indubbiamente di grande impatto. La flora è in grado di sopravvivere alle piene e al caldo dell’estate, ma anche al gelo invernale, ospitando una fauna molto rara. Così, capita di trovare l’oleandro, che sfrutta ogni minima opportunità per attecchire, ma anche gli asfodeli bianchi e gialli, i giunchi, i papaveri e la borraggine.
Percorrendo il territorio delle Forre ci si imbatte nell’antico Ponte dei Saraceni, la cui presenza, insieme alla vista dell’Etna, rende il paesaggio estremamente suggestivo. I più esperti possono lanciarsi alla scoperta della vicina gola di Bolo, profondissima, o all’interno degli ingrottati, per ammirare in tutta la loro bellezza i giochi delle lave. Qualora non foste esperti, limitatevi a percorsi più accessibili, chiedendo il consiglio di chi ne sa più di voi. La stagione migliore per scoprire Le Forre Laviche del Simeto è la primavera, sia per la quantità d’acqua presente nel fiume, sia per i meravigliosi profumi che vengono dalla ricca vegetazione. Si tratta di un’ottima occasione per conoscere meglio un territorio che ha molto da offrire, anche in termini di prodotti. Basti pensare al celebre pistacchio di Bronte, una eccellenza siciliana.