Il 23 maggio del 1992 una carica di 1000 chili di tritolo uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Per onorare la memoria di Francesca Morvillo, abbiamo pensato oggi di raccontarvi la sua storia, meno nota rispetta a quella di Giovanni Falcone.
La storia di Francesca Morvillo
Francesca Morvillo è stata un magistrato e un’accademica: è l’unica donna magistrato assassinata in Italia. Nata a Palermo, si è laureata in Giurisprudenza nel capoluogo. Come il padre Guido, sostituto procuratore a Palermo, e il fratello Alfredo, ha deciso di entrare in magistratura.
Ha ricoperto le funzioni di giudice del tribunale di Agrigento e sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo. È stata, inoltre, Consigliere della Corte d’Appello di Palermo e componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura.
Ha anche insegnato presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Palermo. L’ultimo impegno professionale di Francesca Morvillo fu come componente della commissione d’esame ad un concorso per l’accesso in magistratura.
Francesca Morvillo e Giovanni Falcone
Conobbe Giovanni Falcone nel 1979 e si sposarono nel 1986. Nel 1992 furono entrambi uccisi dalla mafia, lungo l’autostrada A29 Palermo-Trapani. Francesca Morvillo, ancora viva dopo l’esplosione, viene trasportata prima all’ospedale Cervello e poi trasferita al Civico. Morì nel reparto di neurochirurgia, intorno alle 23, a causa delle gravi lesioni interne riportate.
Il suo orologio si era fermato all’ora dell’esplosione, le 17:58. Venne tumulata insieme al marito nella cappella della famiglia Falcone, al Cimitero di Sant’Orsola.
Non più presente Falcone, traslato il 3 giugno 2015 al Pantheon di Palermo (ovvero la Chiesa di San Domenico), la mattina dell’11 gennaio 2016 con una piccola cerimonia viene traslata a cura del Comune di Palermo in una cappella del Cimitero di Santa Maria dei Rotoli.
Alla memoria di Francesca Morvillo è stato dedicato il Centro di Prima Accoglienza per i Minorenni, la cui intitolazione fu stabilita dal Ministero di Grazia e Giustizia con decreto del 23 giugno 1992. Le è stata conferita la Medaglia d’oro al valor civile:
«Giovane Consigliere della Corte d’Appello di Palermo, consorte del giudice Giovanni Falcone, pur consapevole dei gravissimi pericoli cui era esposto il coniuge, gli rimaneva costantemente accanto sopportando gli stessi disagi e privazioni, sempre incoraggiandolo ed esortandolo nella dura lotta intrapresa contro la mafia. Coinvolta, insieme al Magistrato, in un vile e feroce agguato, sacrificava la propria esistenza vissuta coniugando ai forti sentimenti di affetto, stima e rispetto verso il marito, la dedizione ai più alti ideali di giustizia».