Non tutti lo sanno, ma Franco Franchi avrebbe dovuto fare parte del cast de “Il nome della rosa“, il celebre film ispirato al romanzo di Umberto Eco, diretto nel 1986 da Jean-Jacques Arnaud. Ma perché, alla fine, non se ne fece più nulla? Scopriamo insieme un’interessantissima curiosità sulla carriera dell’attore siciliano.
A molti è capitato di vedere la foto che ritrae insieme Sean Connery e Franco Franchi: proprio quella foto ci offre la possibilità di raccontarvi una storia che unisce il destino dei due attori e che chiama in causa un grandissimo colossal della cinematografia mondiale. Quel colossal è “Il nome della rosa“, film che ottenne negli anni Ottanta un enorme successo in Europa (a fronte di una tiepida accoglienza negli Stati Uniti).
La pellicola, diretta nel 1986 da Jean-Jacques Arnaud, è tratta dall’omonimo romanzo di Umberto Eco e ha tra i protagonisti grandi nomi di Hollywood, come Sean Connery, F. Murray Abraham e Christian Slater. La trama si concentra di un’importante disputa dell’Ordine francescano, risalente al 1327, che sta per essere discussa in una sperduta abbazia benedettina sulle Alpi.
A stravolgere l’incontro, però, è una serie di terribili omicidi. L’abate chiede aiuto a Guglielmo di Baskerville, (Sean Connery), e al suo novizio, Adso da Melk (Christian Slater), per fare luce sulle misteriose morti. I monaci temono siano opera del maligno, poiché tutti i cadaveri vengono trovati con le dita e la lingua di un intenso nero.
Il ruolo del deforme monaco benedettino eretico Salvatore era stato affidato a Salvatore Baccaro: a causa dell’improvvisa morte di quest’ultimo, però, si decise di offrirlo a Franco Franchi. Sarebbe stata una grandissima opportunità per lui, che tuttavia rifiutò. La ragione del rifiuto è del tutto di natura pratica: l’attore palermitano non volle interpretare Salvatore perché avrebbe dovuto rasarsi i capelli.
La parte andò così a Ron Periman. Il regista Annaud raccontò poi di aver cercato attori particolarmente brutti, perché voleva personaggi che risultassero autenticamente “medievali”. Nel 2020, inoltre, Marco Giusti raccontò a Stracult che l’attore siciliano non venne scelto anche perché risultava troppo comico: “Voleva fare il mostro che usciva e tutti si mettevano a ridere”, raccontarono dalla produzione del film.