Il territorio siciliano è in grado di regalarci prodotti davvero unici. Alcuni di questi sono anche molto rari, come il fungo basilisco. Un tempo cresceva in un’area di appena 100 chilometri quadrati, sulle rocce calcaree delle Madonie. Oggi si vende a oltre 50 euro al chilo. Quando, nel 1863, il botanico Giuseppe Inzenga lo assaggiò per la prima volta, lo descrisse come uno dei più saporiti che avesse mai mangiato. Ed è effettivamente delizioso, nonché mangiabile sia cotto che crudo. Ricco vitamine del gruppo B, si può paragonare al fungo porcino ed è ottimo crudo, accompagnato da un filo di olio d’oliva e un po’ di parmigiano. Questo fungo siciliano così prezioso, però, in pericolo.
A 100 anni dalla scoperta, il fungo basilisco è stato incluso nella lista delle specie in pericolo critico dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), un’organizzazione che tiene traccia di tante specie di funghi in tutto il mondo. La raccolta è vietata nell’area protetta del Parco delle Madonie. Nelle aree circostanti, però, si possono raccogliere esemplari più grandi. A differenza della maggior parte delle altre specie, il basilisco fruttifica in primavera, da aprile a maggio. Dal 2006 al 2015 è stata l’unica specie di fungo a essere riconosciuta come in pericolo.