Fuoco dell’Etna, il liquore siciliano che già dal nome rivela la sua origine. Avrete sicuramente sentito parlare, almeno una volta, di questo prodotto molto particolare, a partire dal colore: un rosso vivace, molto vivace, che ricorda tutta la vitalità del celebre vulcano. Si tratta di un liquore un po’ misterioso, perché la sua ricetta è segretissima. Il sapore è dato da essenze di aromi naturali di fragola, agrumi ed erbe siciliane. Scopriamo insieme la sua storia, a partire dalle origini. Per farlo, dobbiamo andare indietro nel tempo, alla fine dell’Ottocento, precisamente al 1871. Il commendatore Alfio Fichera unì una serie di ingredienti, creando così un liquore dal sapore forte e dal colore rosso intenso. In origine non si chiamava Fuoco dell’Etna. Questo nome arrivò quando il commendatore notò l’analogia tra la bevanda e i lapilli di lava.
Così il liquore ebbe quel nome tipico. La ricetta, naturalmente, viene custodita gelosamente. Ancora oggi viene prodotto dall’azienda Fichera, ma se ne trovano anche altre versioni che, in un modo o nell’altro, cercano di imitare l’originale. Tra le caratteristiche che rendono unico il Fuoco dell’Etna, ci sono il colore inconfondibile e la gradazione alcolica, per niente leggera: ben 70 gradi! Di solito il Fuoco dell’Etna si beve alla fine del pasto: viene servito in piccoli bicchierini e va sorseggiato a poco a poco. Viene anche utilizzato per realizzare una bagna per i dolci, per arricchire il gelato o, ancora, come base per cocktail.
Ecco come preparare un cocktail con il Fuoco dell’Etna.
*un oncia corrisponde a 3cl.