Futtitinni. Basta una sola parola per racchiudere una semplice filosofia di vita. I siciliani sanno essere di poche parole, quando è necessario, così non hanno bisogno di dilungarsi per dare forma a un modo di intendere l’esistenza – e quello che accade.
Quasi fosse una formula magica, vi si fa ricorso di fronte alle avversità o, in generale, quando bisogna ricordare che, alle volte, è meglio lasciarsi scivolare via le cose. Un’impresa difficile, ma non impossibile. Per quelli che non sono siciliani, bisogna spiegare cosa vuol dire “futtitinni“. Il significato è presto detto: “fregatene“, “lascia stare”, “lascia correre”. “Infischiatene”.
Anche in questo caso, la lingua siciliana riesce ad avere un’efficacia che, nella traduzione in italiano, non è equivalente.
In realtà, in lingua siciliana, il verbo “futtiri” ha molteplici significati. Diventa quindi, necessario, contestualizzarlo al meglio per capire di cosa si sta parlando. Un primo significato è decisamente a luci rosse, seguito da un altro significato che, invece, ha a che fare con la tavola: “Si futtìu deci cannola” significa che qualcuno ha mangiato dieci cannoli, con gusto.
“Futtiri” equivale a ‘rubare’. “Futtirisilla, in alcune parti dell’isola, vuol dire ‘svignarsela’. “Futtiri a bbaistunati”, invece, significa suonarle a qualcuno di santa ragione.
Ma torniamo al nostro “Futtitinni”. Il senso di “infischiarsene” è legato al francese “s’en foutre”, un antico retaggio della dominazione dei transalpini. La filosofia del “futtitinni”, dunque, è tutt’altro che cosa da poco: ci sono voluti secoli, eventi e popoli per farla arrivare ai giorni nostri!