È stato sequestrato dalle forze dell'ordine il patrimonio accumulato illegalmente da Gaetano Marturana di Canicattì, accusato di essere un estorsore. L'operazione è stata eseguita dalla divisione anticrimine della questura di Agrigento diretta da Giovanni Giudice, con la collaborazione del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Agrigento.
L'ordinanza di sequestro è partita dal tribunale di Agrigento su proposta del questore Mario Finocchiaro. Un patrimonio dal valore complessivo di circa tre milioni di euro suddivisi in appartamenti e magazzini, appezzamenti di terreno, conti correnti bancari e preziosi contenuti in una cassetta di sicurezza, era quello detenuto da Gaetano Marturana, 51 anni, dai suoi fratelli Filippo e Roberto e dalla madre Angela Luvaro.
I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata all'usura, estorsione e ricettazione, ma anche danneggiamento, incendio e detenzione di esplosivi. Chi non aveva i soldi veniva infatti costretto a cedere le proprietà, case e negozi. Le vittime dei Marturana erano cittadini, commercianti, grandi imprese e piccoli imprenditori della zona di Canicattì.
Gaetano Marturana ha anche una condanna (in attesa di sentenza definitiva) all'ergastolo per l'omicidio di Angelo Anello, ucciso il 19 luglio 2005. Dopo aver stipulato con Anello un contratto preliminare di acquisto di un vigneto per 170.000 euro e avere versato l'anticipo di 15.000 euro, Marturana aveva falsificato gli atti facendo risultare il pagamento dell'intera cifra. La minaccia di denuncia da parte del coltivatore si è trasformata in omicidio per mano di Marturana.