Il modello di Gangi è da imitare. Adesso lo confermano tutti.
Se qualche mese fa alla notizia delle case ad 1 euro di Salemi c'era chi "storceva il naso" adesso (visto il successo del borgo di Gangi) arrivano i primi ripensamenti.
Quando il critico nonché allora sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi propose la vendita degli immobili a pochi centesimi di euro con il chiaro vincolo ed obiettivo della ristrutturazione, in molti sorrisero ed ironizzarono sull'iniziativa. Il progetto vacillò in men che non si dica e lo stesso Comune di Salemi per svariati cavilli burocratici bloccò il progetto.
La stessa cosa non accadde tuttavia a Gangi dove il Sindaco ed i cittadini sapevano bene di "dormire sull'oro". Così con molta determinazone e grazie all'aiuto di tutti gli addetti del settore: uffici comunali, catasto e altri addetti, a Gangi si lavorò parecchio e si censirono più di 600 edifici. I problemi burocatrici furono superati e quando sul New York Time apparse quell'articolo, quasi a mò di elemosina “Una città siciliana chiama gli stranieri: acquistate le nostre case, per favore" dietro si nascondeva un piano economico di eccellenza che oggi tutti i paesini spopolati della sicilia, dovrebbero imitare.
Racconta il Sindaco Ferrarello di Gangi intervistato dal Quotidiano di Sicilia:
“L’amministrazione, a differenza di Salemi, ha provveduto al censimento di 680 edifici, bypassando la situazione di stallo. Non è stato facile convincere gli abitanti […] qui in Sicilia vige un senso di proprietà molto forte. La prima casa, però, è stata venduta solo nel 2011: ad oggi sono state “regalate” più di 130 case, con 40 di esse già rivalorizzate e più di 3.000 richieste ricevute. Si tratta di un’iniziativa in continua evoluzione che offre un vantaggio indiretto a tutto il territorio, rimettendo in moto l’economia e il turismo. E i dati parlano chiaro: dalla metà del 2014 si registra una crescita del 500% relativa alle visite nel borgo siciliano, con turisti provenienti dai più importanti Paesi del mondo, tra cui Stati Uniti, Brasile e Qatar".
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