CATANIA – A Catania la mafia ha messo le mani sulla posa della fibra ottica. L'obiettivo era fornire in maniera esclusiva ad alcuni imprenditori impegnati nei lavori il cemento di qualità scadente, peraltro a condizioni non convenienti. Sono le accuse mosse alla cosca Santapaola-Ercolano dalla Procura distrettuale che ha chiesto e ottenuto dal gip un provvedimento restrittivo in carcere per 5 indagati. Sono Antonio Tomaselli, 52 anni, reggente della cosca, già detenuto nell’ambito dell’inchiesta Chaos, Rocco Biancoviso, di 51 anni, Giuseppe Conti Pasquarello, di 57, Angelo Di Benedetto, di 32, e Alessandro Caruso, di 31.

Contestualmente si è proceduto al sequestro della Conti Calcestruzzi S.r.l.s. di Misterbianco. Il provvedimento, eseguito da carabinieri del ros e del comando provinciale di Catania, nasce da un approfondimento di segmenti investigativi dell’indagine Chaos, eseguita nella notte tra il 10 e l’11 novembre del 2017. In quell'inchiesta emerse che Biancoviso indirizzava verso Tomaselli, ritenuto titolare occulto della Conti Calcestruzzi, alcuni imprenditori impegnati nei lavori di posa in opera della fibra ottica in Catania. In questo modo consentiva all’imprenditore di divenire fornitore esclusivo del cemento occorrente per l’esecuzione dell’opera.

Conti Pasquarello, titolare di fatto della predetta società, consentiva a Tomaselli di esercitare il controllo pieno ed esclusivo sull'azienda, della quale risultava essere socio occulto e unico padrone. Come scrive il "Giornale di Sicilia", Di Benedetto e Caruso dopo il rinvenimento di mezzi rubati agli imprenditori e dopo gli arresti eseguiti nell’ambito dell’operazione Chaos avrebbero tentato di farsi consegnare 5.000 euro per restituirli, così favorendo l’associazione mafiosa Mazzei, intesi carcagnusi, alla quale Santo, padre di Angelo, appartiene.

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