Un nuovo primato per la Sicilia: la pratica agricola della vite ad alberello di Pantelleria è stata riconosciuta dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità. Nessun Paese prima dell'Italia è riuscito fino ad oggi ad iscrivere nella lista una pratica agricola. La proposta è stata avanzata con un dossier coordinato dal professor Pier Luigi Petrillo, naturalmente con il supporto del Comune di Pantelleria e degli agricoltori dell'isola, ed è stata votata all'unanimità dai 161 paesi membri dell'Unesco, nnel corso della riunione del 24 novembre, a Parigi.
"La notizia – ha commentato il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina – mi ripempie di orgoglio e soddisfazione. Questa iscrizione rappresenta una svolta a livello internazionale, poiché finalmente anche i valori connessi all'agricoltura e al patrimonio rurale sono riconosciuti come parte integrante del più vasto patrimonio culturale dei popoli". A rendere unica la coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria è una tradizionale tipologia di allevamento della vite, basata sulla creazione di buche di terreno profonde circa 20 centimetri, che dà vita a piccoli alberelli all'interno delle conche. In questo modo si riescono a carpire le scarse risorse idriche e ripararsi dal clima favorevole.
Dalle uve si ricava il pregiato Zibibbo, marchio vitivinicolo italiano che è famoso in tutto il mondo. Il percorso che ha condotto all'importante riconoscimento è partito dalla candidatura del 2010, designata nel marzo 2013 come unica italiana per la lista del Patrimonio culturale immateriale. Si tratta del secondo bene siciliano inserito nell'elenco, in cui troviamo anche l'Opera dei Pupi.