L’Eni potrà estrarre gas dai fondali marini e dalla terraferma nel golfo di Gela. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, respingendo il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente, Greenpeace, Legacoop Pesca Sicilia e Touring club italiano e dai Comuni di Ragusa, Santa Croce, Vittoria, Scicli, Palma di Montechiaro, Licata.
Il verdetto ha confermato una precedente analoga decisione del Tribunale amministrativo del Lazio, e segna il definitivo via libera al progetto Off-shore ibleo, di trivellazione ed esplorazione in mare, che prevede la realizzazione della piattaforma Prezioso K, il completamento di complessivi sei pozzi individuati nei campi Argo e Cassiopea e di due pozzi esplorativi ribattezzati Centauro 1 e Gemini 1.
Sono parte dell’investimento complessivo da 2,2 miliardi di euro previsto dal progetto Eni sottoscritto al Ministero per lo Sviluppo economico il 6 novembre 2014 e che ha segnato la fine della raffinazione del petrolio a Gela, ma non l’estrazione. Il definitivo via libera al progetto di estrazione di gas sblocca anche le misure di compensazione calcolate in 32 milioni di euro per il territorio adiacente.