“Ci hanno liberati i russi… Sì! Ma di andare dove?”
Nella Giornata della Memoria anche la comunità di Cinisi ha l’obbligo di ricordare la storia di alcuni cittadini che hanno vissuto la tragedia della guerra e dei campi di prigionia e di lavoro.
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».
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In questa giornata così significativa vogliamo far conoscere la storia di Giuseppe Iacopelli, classe 1922, membro del XXIII Reggimento di Fanteria del Battaglione Gorizia, un giovane chiamato alle armi il 20 maggio 1943, sfortunatamente catturato dall’esercito nazista il 13 settembre dello stesso anno e deportato presso il campo di prigionia e lavoro Stalag-XXA, nei pressi di Danzica, in Polonia.
Una storia che accomuna tutti i prigionieri nelle mani dell’esercito e delle SS tedesche.
Il figlio racconta che fu la sua voglia di sopravvivenza a farlo andare avanti nei due lunghi anni di prigionia. Catturati e caricati in carri bestiame, viaggiarono per una notte e un giorno. Il giovane Iacopelli si propose come panettiere, anche se non conosceva affatto il mestiere. Questo gli permise di uscire dal campo di prigionia per lavorare e poter nascondere qualche forma di pane sotto la neve, nei pressi della recinzione del campo, così da sfamare gli altri compagni di sventura.
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I racconti della vita nel campo accomunano tutti coloro che hanno avuto la sfortuna di viverci dentro. Ancora oggi, il figlio Piero conserva la corrispondenza che il padre ha continuato ad avere nei decenni passati con gli altri compagni di sventura, dalla quale si evince la tragicità della situazione. La vita era sempre a rischio: per qualsiasi infrazione si rischiava un colpo di pistola alla testa, e non c’era alcuna decenza dal punto di vista igienico-sanitario. “Si lavava a secco una volta ogni due mesi” e i pasti erano inesistenti.
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La salvezza arrivò il 27 gennaio 1945, per mano dell’esercito russo, che liberò tutti i superstiti dei campi di concentramento. Il riconoscimento per i soldati dell’Armata Rossa fu grande, tanto che il soldato Iacopelli, per tutta la sua lunga vita, ricordò sempre le gesta dei russi e i loro affettuosi gesti di solidarietà nei confronti degli sfortunati superstiti dei lager nazisti. Dai racconti dell’anziano Giuseppe Iacopelli risuonava sempre la stessa frase: “Ci hanno dato da mangiare…”, proprio a sottolineare la catastrofica situazione all’interno del campo di prigionia.
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Dalla documentazione militare si evince che il rimpatrio avvenne a Bolzano il 28 settembre 1945, ma il rientro fu un’odissea: viaggiarono con mezzi di fortuna e in situazioni di estrema povertà. Il gruppo di militari superstiti del campo di Stalag-XXA, circa una decina di connazionali, fu abbandonato a sé stesso e dovette viaggiare a piedi verso Praga, per poi continuare il percorso verso Vienna e raggiungere Bolzano dal confine austriaco. Il viaggio di ritorno viene ricordato come un momento di grande fatica, alleviato solo dalla compagnia di una cavalla, che li accompagnò per tutto il tragitto, e dalla solidarietà delle comunità attraversate, che offrirono loro cibo e ospitalità.
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Rientrato in Italia, Giuseppe Iacopelli non volle più raccontare la sua atroce disavventura, e persino i familiari non conoscevano nei particolari tutto il suo trascorso.
Oggi corre l’obbligo di divulgare questa storia, affinché le nuove generazioni conoscano il passato e affinché non si ripetano più simili tragedie. È necessario far comprendere l’orrore della Seconda Guerra Mondiale, che, oltre allo sterminio del popolo ebraico, ha segnato la vita di tantissime persone innocenti, rimaste traumatizzate per sempre.
Rosolino Claudio Cardile, assessore alla Cultura del Comune di Cinisi