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Per Natale anche la mamma di Giufà pensò di preparare un pranzetto diverso dalla solita minestra e mandò il ragazzo dal macellaio a comprare un bel pezzo di “ventri”( trippa), poi gli disse di andarla a pulire bene a mare, per non consumare troppa acqua a casa. Giufà andò, fece l’acquisto e si avviò verso il mare: l’acqua era gelida ma pulita e Giufà vi immerse più volte la ventri, la stropicciò ben bene la guardò da tutte le parti per assicurarsi che fosse ben pulita, l’annusò…ma non riusciva a decidersi a tornare a casa, temeva che non fosse ancora perfettamente a posto… Girò
lo sguardo attorno per vedere se c’era qualcuno a cui chiedere un parere, ma non c’era anima viva…stava per arrendersi quando, guardando dalla parte del mare, il suo volto s’illuminò: a poca distanza dalla riva stava passando un bel peschereccio, di quelli grandi, “iddi di sicuru lu capiscinu si la me ventri è pulita…ora cci lu dumannu (loro sicuramente lo capiscono se la mia trippa è pulita , ora glielo chiedo)” e si mise a sbracciarsi e a fare segni chiedendo aiuto a gran voce: i marinai vedendolo gesticolaree e udendolo chiedere aiuto si rivolsero al capitano che, temendo che il ragazzo fosse in pericolo, fece calare una scialuppa in mare e, con un marinaio, raggiunse la spiaggia in men che non si dica chiedendo che cosa fosse successo.
Allora Giufà tirò fuori dal sacchetto la sua trippa e chiese a gran voce: “Comu vi pari sta ventri lavata? ( vi sembra lavata bene questa trippa)?…”Apriti cielo! Il capitano e il marinaio s’infuriarono, e solo perché avevano troppa fretta di ripartire non lo riempirono di botte…
Giufà, si arrese: “ mih comu stannu faciennu…e chi ci rissi!…basta, mi la portu accussì com’è ( accidenti come si sono arrabbiati….ma che ho detto di male…basta, me la porto così com’è)” e si diresse verso casa.
Giunto in piazza vide tanta gente che andava verso la chiesetta per ascoltare la messa di Natale , pensò che sicuramente anche sua madre sarebbe stata là ed entrò proprio nel bel mezzo della predica.Il sacerdote parlava dei vizi capitali ed era arrivato a quello della gola dicendo:”…uno dei peggiori vizi è la gola…la ventri…” giufà ebbe un sussulto: “mizzica…veru miraculusu è stu parrinu…comu fici a capiri ca accattavu la ventri!?!? ( caspita, questo prete è veramente miracoloso, come ha fatto a capire che ho comprato la trippa)” … il prete continuò con enfasi: ” PER LA VENTRI si rubba, PER LA VENTRI, si tradiscono gli amici, PER LA VENTRI possono scoppiare delle vere e proprie guerre…” A questo punto Giufà non resse più, buttò il sacchetto con la trippa nel bel mezzo della chiesa gridando:” Tiè…t’a po pigghiari…unn’a vuogghiu chiù …( Tieni, puoi prendertela, non la voglio più)” e fuggì verso casa tra l’ilarità dei fedeli e la costernazione di sua madre.