La ricetta in un racconto
Se doveste chiedermi qual è il primo piatto che amo di più, vi risponderei senza alcuna esitazione “gli spaghetti ai ricci di mare”. La ricetta dell’uso della pasta è abbastanza recente, ma la salsa con cui la si condisce risale al periodo alle satire di Orazio, composte fra il 41 ed il 30 avanti Cristo, in cui si parla di una succulenta crema di ricci. Si legge infatti che “Curtillo mostrò il modo di insaporire la salsa con uova di ricci spaccati in due, e con il loro liquido che è migliore di qualsiasi salamoia”… E dal connubio tra questi due semplici ingredienti ne è nata la pasta che sa di sole e di mare e che attraverso il loro sapiente utilizzo è capace di regalarci sapori unici.
In Sicilia la maggior parte dei ristoranti propongono ai turisti questo buonissimo primo piatto che può prevedere delle varianti come ad esempio l’uso dei pomodorini leggermente scottati. Personalmente preferisco la versione più semplice in bianco che prevede solamente l’utilizzo delle gonadi dei ricci, dell’aglio, dell’olio, del prezzemolo e di tanto buon peperoncino. Il piatto in questione mi evoca ricordi davvero divertenti visto che lo mangiavo gratis tutte le estati, grazie alle gentili elargizioni di un mio vecchio datore di lavoro. Lui aveva stipulato una sorta di convenzione con un ristoratore di zona che preparava degli spaghetti ai ricci di mare da urlo e per ricompensarci degli straordinari fatti, io ed il mio collega avevamo la possibilità di mangiare un piatto a base di pesce a settimana, il cui costo al pubblico non era proprio a buon mercato. Con mia somma felicità il mio collega non solo era allergico ad alcuni tipi di frutti di mare, ma non amava neppure particolarmente il pesce. Considerando che non gli sembrava il caso di barattare con qualcos’altro, avevamo deciso che io avrei mangiato la mia e la sua razione e lui si sarebbe accontentato di consumare quei pochi cibi che facevano parte della sua limitata alimentazione. La mia scelta tutte le settimane ricadeva naturalmente sulla pasta ai ricci di mare. Questa storia andò avanti per parecchi mesi fino a quando, un giorno, davanti alla sua richiesta di consumare la solita bistecca di pollo, il ristoratore gli rispose che l’aveva finita. Allora una fetta di carne, replicò lui, ma una voce dal retro bottega urlò: “Pi sternata ta po scurdari, u piciuotto ra carni un vinni”, che tradotto in italiano potrebbe suonare con “per oggi puoi dimenticarti di mangiare la carne perché il ragazzo che doveva fare le consegne non è venuto. L’alternativa era quella di rimanere a digiuno oppure di osare. La prima soluzione non la prese in considerazione visto che era reduce da un fine settimana a Parigi con la sua fidanzata e che, essendo arrivato direttamente al lavoro con il primo volo, non aveva fatto colazione e si era dovuto accontentare di una merendina presa alla macchinetta insieme al caffè. La seconda alternativa gli parve però un buon compromesso, ma essendo allergico a cozze e vongole, decise di optare per i ricci di mare visti i miei continui elogi al cuoco. Io ero convinto che quella sarebbe stata solo una soluzione di comodo e che saremmo tornati alla normalità al pasto successivo. Fu così che prima che gli portassero il piatto aveva schierato in ordine un bicchiere colmo di coca cola per smorzare l’eventuale sgradito sapore, del limone spremuto dentro ad un altro bicchiere ed anche un boccale di vino bianco frizzante. Io più lo guardavo più lo odiavo! Sprecare un piatto di ricci di mare era davvero un affronto e soprattutto considerando il prezzo di vendita al pubblico non era il caso di fare esperimenti. Ma nel momento in cui gli misero il piatto davanti, dopo il primo timido boccone, urlò: cazzarola, ma è buonissima!!! Come ho fatto a rinunciarci fino ad ora? Grazie a te adesso potrò variare un po’ la mia alimentazione, mi disse, e mia madre ne sarà sicuramente contenta! Fu così che mi passarono davanti in rassegna tutti i futuri piatti che mi salutavano e che non avrei più mangiato a causa di quella novità. Ma la colpa non era certamente la sua, era del ragazzo delle consegne che per sua fortuna non vedemmo più, forse perché aveva cambiato lavoro, disse qualcuno… E fece bene a non farsi più vedere, perché se lo avessi acciuffato…
Nonostante io ne sia molto ghiotto, adesso che vivo a Milano devo accontentarmi di mangiarli quando torno in Sicilia. Qualcuno potrà saltare dalla sedia per quanto starò per dire, ma quando al supermercato trovo le scatolette con la polpa di riccio, le compro senza esitazione! Sì, lo so che il sapore non è dei migliori ma a volte la nostalgia è più forte della ragionevolezza e così, quando voglio coccolarmi un po’, chiudo gli occhi, mi verso un buon bicchiere di vino bianco ghiacciato, metto della musica soft in sottofondo rigorosamente anni 80 e, mentre la gusto, mi illudo di essere in vacanza al mare.
Difficoltà
Facile
Dosi Per
4 Persone
Preparazione
30 Minuti
Cottura
10 Minuti
Lista ingredienti
400 gr. di spaghetti
Quattro kg. di ricci di mare
4 grandi spicchi d’aglio
Peperoncino fresco q.b.
Prezzemolo q.b.
Olio extravergine di oliva
Sale q.b.
Pepe q.b.
Procedimento
1
Per prima cosa indossiamo dei guanti di protezione e con l’aiuto di una forbice tagliamo il riccio di mare a metà. Preleviamo le gonadi con un cucchiaino e mettiamole dentro ad un bicchiere.
2
Portiamo ad ebollizione l’acqua all’interno di una pentola in cui cuoceremo gli spaghetti, che dovranno rimanere molto aldenti. Teniamo da parte un po’ di acqua di cottura. Nel frattempo facciamo soffriggere in un wok, oppure in una capiente padella, gli spicchi d’aglio privati del germoglio interno e tagliati in piccolissimi pezzi con abbondante olio ed un po’ di peperoncino. Non appena l’olio inizierà a soffriggere spegniamo il fuoco, versiamo le gonadi di riccio e mescoliamo delicatamente.
3
Scoliamo gli spaghetti al dente e versiamoli nel wok, aggiungiamo un po’ d’acqua di cottura (circa un piccolo mestolo), rimettiamo la padella sul fuoco e mantechiamo per bene. Se necessario aggiungere dell’altra acqua di cottura della pasta. Serviamo i nostri spaghetti con i ricci di mare con del prezzemolo tagliato finemente ed una generosa spolverata di pepe. Concludiamo con un filo d’olio a crudo.
Utile da sapere!
In Sicilia i ricci di mare vengono venduti già puliti dentro ad un bicchiere. Può dunque essere utile sapere che 4 Kg. corrispondono all’incirca ad un bicchiere di gonadi.
Foto e ricetta di Patrizio Zannelli
https://www.lacucinaditricchitrocchi.it/