Qualche mese fa si era discusso della scelta di Renzi di portare le trivelle nel Canale di Sicilia per provvedere all'estrazione di idrocarburi preziosi che potrebbero, a suo dire, far rinascere l'economia del paese. Il tutto è stato dettagliatamete descritto in quello che è il nuovo Sistema di Energia Nazionale – SEN.
Alcuni sindaci dell'isola ed in particolare quello di Pantelleria, si era opposto a tale scelta, consigliando piuttosto al Premier di optare per lo sviluppo eco sostenibile dell'Isola e dell'intera nazione, ricca di patrimoni artistici, paesaggisti e culturali. L'Italia è una penisola che vanta un clima e una temperatura che da sola, potrebbe produrre energia per buona parte dell'Europa.
Cosa accade al largo di Licata?
Oggi la notizia, riportata poche ore fa da Repubblica Palermo, vede un gruppo di pacifisti di Greenpeace bloccare ed invadere le trivelle posizionate al largo di Licata (Ag).
Con l'aiuto di alcuni gommoni, una decina di attivisti hanno scalato la piattaforma affigendo uno striscione lungo più di 120 metri con stampata la faccia di Matteo Renzi che recita uno slogan assai famoso "Più trivelle per tutti".
Altri attivisti si sono ancorati al fianco delle trivelle chiedendo di abbandonare le acque siciliane e di optare per uno sviluppo della nazione basato sulle energie rinnovabili piuttosto di distruggere le coste, già compromesse da un turismo per niente degno delle bellezze dell'Isola.
Una notizia che merita di essere condivisa per portare alla luce, una scelta, quella del Premier Renzi che va in netta contrapposizione al volere dei residenti. Dopo il Muos di Niscemi, adesso le Trivelle in Sicilia. E pensare che l'Italia oggi è impegnata con il turno del consiglio dell'Ue, e pensare che il Premier, avendo la presidenza, dovrebbe muoversi verso una efficienza energetica legata a fonti rinnovabili. E pensare che si dovrebbero poter fare passi in avanti, invece, andiamo sempre più indietro.