La Grotta dei Cento Cavalli si trova tra i comuni di Castiglione di Sicilia e Motta Camastra, nel Parco Fluviale dell’Alcantara. Insieme alla Grotta dell’Eremita (entrambe sono grotte di scorrimento lavico), è stata in passato rifugio di briganti. Oggi conosceremo meglio la sua storia e, soprattutto, capiremo perché ha questo nome. Le testimonianze tramandate da una generazione all’altra riportano che le grotte sono parte di un complesso più articolato di cavità sotterranee, di cui rimangono unica testimonianza. Ci troviamo in Contrada Mitoglio e, per arrivare, è necessario fare una passeggiata lungo le sponde del fiume Alcantara, fino alla frazione di San Cataldo, sotto il ponte Al Qatar e vicino il limite comunale con Graniti. Non è semplicissimo raggiungere il sito ma, da qui, si può arrivare al torrente San Cataldo e risalire lungo la montagna. I percorsi consentono di ammirare scorci paesaggistici e naturalistici molto suggestivi, che si alternano a costruzioni tipiche della vita rurale.
Le due grotte hanno alimentato molte storie e, sicuramente, la più interessante è quella che riguarda la Grotta dei Cento Cavalli. Gli abitanti del luogo e anche dai briganti le utilizzarono e abitarono fin da epoca remota. Proprio i contadini, per non meglio precisate ragioni, avrebbero peraltro interrato una o più cavità. Altre, invece, sarebbero state fatte saltare per stanare i banditi che si nascondevano. Ecco perché, oggi, ne sono rimaste solo due. Per quanto riguarda i famosi “cento cavalli”, troviamo una leggenda simile a quella da cui si fa derivare il nome del celebre “Castagno dei Cento Cavalli“, che si trova a Sant’Alfio (Catania). Si narra che la Regina Giovanna d’Aragona, durante una visita nelle sue terre, fu colta da un’acquazzone. Si trovava in compagnia di nobili messinesi e dei suoi cavalieri. Il primo riparo che trovarono fu, appunto, quella grotta, prospiciente il fiume Alcantara. Vi entrò tutta la comitiva, composta da cento cavalli e cento cavalieri.