Il territorio siciliano, a volte, sa nascondere molto bene i suoi tesori. Li nasconde a tal punto da non farli vedere a nessuno e farli ritrovare soltanto a chi osserva con un occhio diverso da quello degli altri. Prendete le Grotte dell’Addaura di Palermo, ad esempio. Le tre grotte naturali si trovano sul fianco nord-orientale del Monte Pellegrino: devono la loro importanza alla presenza di alcune incisioni rupestri databili fra l’Epigravettiano finale e il Mesolitico. Sapete come sono state trovate? Mettetevi comodi, perché la storia vi appassionerà.
Le grotte vennero scoperte nella primavera del 1952. Giosuè Meli, giovane assistente della Soprintendenza, esplorava la zona insieme a un amico. Meli cercava proprio delle grotte, sulla base di scoperte analoghe di qualche anno prima a Levanzo. Nel corso di una delle sue perlustrazioni, incontrò un pastore, Giovanni Cusimano, e gli chiese se avesse mai visto antri con “pupazzi e disegni”. Il pastore li aveva visti: così avvenne la straordinaria scoperta. Le cavità si trovato a sud-est della famosa spiaggia di Mondello, a 70 metri sul livello del mare. Qui sono stati ritrovati strumenti per la caccia e ossa, che attestano la presenza dell’uomo a partire dal Paleolitico e nel Mesolitico. I reperti sono conservati nel Museo archeologico di Palermo.
Ciò che però ha reso il sito ancora più affascinante è stato il rinvenimento di incisioni rupestri paleolitiche, all’interno di quella che è stata chiamata “Grotta delle Incisioni“. Qui, sulla parete di fondo e su quella sinistra, ci sono graffiti di numerose figure antropomorfe e zoomorfe. Stando al parere degli esperti, le incisioni risalirebbero a un periodo compreso tra i 14mila e gli 8mila anni fa. Il dibattito, in tal senso, è sempre acceso. I graffiti potrebbero rappresentare la scena di un sacrificio umano o dei danzatori che intrattengono gli astanti nel corso di un rituale. Si tratterebbe, secondo uno studio pubblicato da un ricercatore americano, delle più antiche rappresentazioni omoerotiche dell’arte occidentale.
Nonostante non ci sia ancora una comune visione in merito alle incisioni, una cosa è cerca: i graffiti delle Grotte dell’Addaura sono un caso unico nell’ambito dell’arte rupestre paleolitica mondiale, un patrimonio da valorizzare. Purtroppo, ormai da tempo non sono visitabili. Fino al 1997 era possibile ma poi il sito è stato chiuso a causa dell’instabilità del costone roccioso.