C’è anche il Giardino della Kolymbethra, vera e propria oasi verde a due passi dall’incanto dei templi di Agrigento, tra i luoghi preferiti dai lettori del Guardian. La testata inglese ha raccolto una selezione di località “beate e straordinarie” e, tra queste, spicca anche il celebre giardino agrigentino.
L’incanto della Kolymbethra
Il Guardian, periodicamente, chiede ai suoi lettori quali siano i luoghi che preferiscono, per raccoglierli in un articolo con i migliori suggerimenti di viaggio. La Sicilia è spesso presente sulle pagine della celebre testata britannica e, anche stavolta, non manca con uno dei suoi gioiellini. Nell’incanto della Valle dei Templi, infatti, c’è una straordinaria oasi verde, alla quale è impossibile resistere.
Quell’oasi verde è il Giardino della Kolymbethra. “Quando scendi lungo il sentiero verso i lussureggianti giardini della Kolymbetra – dice Lynne Collins – la tua pelle respira sollievo dopo il caldo arido della Valle dei Templi di Agrigento. Avevamo visto che l’ingresso ai giardini era gratuito con una tessera del National Trust, ma siamo stati i primi visitatori a presentarne una. L’addetto alla reception è stato felicissimo e ci ha fatto sentire i benvenuti. I giardini sono un’oasi di piante di agrumi, dai limoni grandi come pompelmi ai bergamotti, mandarini di ogni genere e frutti. I sentieri sono ripidi e irregolari ma gloriosi“.
La storia del giardino
La Kolymbethra è un angolo ombroso di paradiso, in cui la natura si fonde con la storia. Questa piccola valle è una parte significativa di Akragas, la città fondata dai Greci nel VI secolo a.C. Diodoro Siculo narra che nel 480 a.C. il tiranno Terone, per approvvigionare d’acqua la città, fece progettare una rete di gallerie, che si concludeva ai piedi dell’urbe in una grande vasca detta Kolymbethra, presto adattata a vivaio di pesci e apprezzata da cigni e volatili, capace di trasformare l’arida terra siciliana in un giardino fiorente di piante mediterranee.
Questo vero e proprio “luogo di delizia” nei secoli successivi passò alla Chiesa (che introdusse gli agrumi). Visse il periodo di massimo splendore a cavallo tra XIX e XX secolo, quando divenne una delle mete imprescindibili del Grand Tour. Negli ultimi decenni del Novecento, a causa della scomparsa dei vecchi contadini, cadde in abbandono sino all’intervento del FAI che la riportò al suo antico splendore.