Dall’Ucraina la storia di Serhii Ivashchuk. Nel mese di aprile avrebbe dovuto visitare la Sicilia, atterrando a Catania con la moglie. Ha programmato questo viaggio più volte: prima a causa del Covid, adesso a causa della guerra, ha dovuto cambiare i suoi programmi. Non potendo svolgere la sua attività lavorativa, si dedica alla costruzione di barricate e aiuta i profughi e l’esercito.
Guerra in Ucraina, Serhii Ivaschuk costruisce barricate sognando la Sicilia
Dalle pagine di Today.it Serhii racconta ciò che accade nella sua terra. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, deve passare le notti in un rifugio antiaereo. La sua casa di Leopoli, infatti, non è più sicura. Il suo lavoro è quello di responsabile vendite per un’azienda del settore del riscaldamento e dell’approvvigionamento idrico. Al momento, però, questa attività è sospesa.
Non è un militare e non sa usare le armi ma, visto il difficile momento, ha deciso di costruire le barricate con i sacchi di sabbia. Aiuta con i propri risparmi i profughi e l’esercito. Sua moglie continua il suo lavoro di giornalista. Entrambi avrebbero dovuto visitare la Sicilia a brevissimo, ma i loro programmi sono stati del tutto stravolti.
«La Sicilia è il mio sogno da tanti anni», spiega a Today.it. «Quando ho iniziato a raccontare a mia moglie di Siracusa, Agrigento, il vulcano attivo dell’Etna, arance rosse di Sicilia, anche lei ha iniziato a sognare di vedere questa bellissima isola. Nel 2021 sono finalmente comparsi i voli diretti da Leopoli ed ho immediatamente acquistato i biglietti per il 1 gennaio 2022».
«Purtroppo, a gennaio, l’Italia ha vietato l’ingresso agli ucraini per motivi turistici a causa del Covid-19. Ed ora che ho dei nuovi biglietti per aprile, è iniziata la guerra», conclude.
La situazione in Ucraina è molto difficile: «Ogni giorno, a volte nel cuore della notte, al suono delle sirene, corriamo ai rifugi antiaerei e aspettiamo che finisca l’allarme aereo. Da dieci notti dormiamo vestiti e teniamo i nostri zaini con i documenti e le cose più necessarie alla porta».
Serhii si è subito dato da fare e non si è perso d’animo: «Dal primo giorno di guerra, ho trasferito la maggior parte dei miei soldi nei fondi per aiutare le nostre forze armate e anche le vittime di questa guerra», spiega. «Partecipo attivamente alla costruzione di fortificazioni in città. Non sono un soldato, non posso combattere, non so neanche come ricaricare le armi. Tuttavia, posso mettere la sabbia nei sacchi, posso comprare vestiti e cibo per le persone che hanno perso tutto a causa dei bombardamenti russi».