Aree archeologiche

Halaesa Arconidea, l’antica città siciliana delle meraviglie

Alesa, “città bella e importante”.

  • Scopriamo l’antica città di Halaesa Arconidea, un interessante sito archeologico della Sicilia.
  • Sorge nel territorio di Tusa e ha origine siculo-greca.
  • Ancora oggi gli scavi restituiscono testimonianze molto preziose.

Nel territorio di Tusa, in provincia di Messina, c’è un’antica città siculo-greca, descritta da Cicerone come una delle più belle e importanti della sua epoca. Di chiama Halaesa Arconidea e rappresenta ancora oggi uno dei siti archeologici più interessanti della Sicilia. Secondo Diodoro Siculo, la città di Alaisa fu fondata nel 403 a.C., su una collina distante otto stadi dal mare, nella costa settentrionale. Il nome deriva dal greco “alè”, cioè “incerto vagare”, e dal verbo “alaomai”: farebbe riferimento alle popolazioni sicule cacciate dalle città che erano state conquistate. Scopriamo insieme questi luoghi così ricchi di fascino.

La storia di Alesa Arconidea

Dopo la pace con la Siracusa del tiranno Dionigi, Arconide di Herbita concesse parte del territorio più settentrionale della città ai Siculi. In suo onore, la città ebbe il nome di Halaesa Arconidea. Le monete coniate ad Alasa avevano come emblema della città una colonna sormontata da un cane: simboleggiavano la sua funzione di controllo del territorio (questo simbolo è tuttora presente nello stemma comunale di Tusa). La presenza di un tempio del dio Adrano (‘Αδρανιείον), il cui culto era diffuso nella zona dell’Etna, potrebbe indicare una provenienza dei nuovi cittadini da questa zona Alesa Arconidea aderì all’alleanza siculo-greca del 339 a.C., condotta da Timoleonte, contro il tiranno Trasibulo di Siracusa. Lo scopo era instaurare nella città ordinamenti democratici e di proteggere gli alleati dai governi aristocratici e tirannici e dai Cartaginesi.

Alesa avrebbe anche fatto parte del gruppo di sedici città incaricate di fornire a turno la guarnigione per la protezione del santuario della Venere Ericina di Erice. Quando i Romani sbarcarono in Sicilia nel 263 a.C., la città si alleò con gli invasori insieme a molte altre città sicule. Cicerone diede notizia del fatto che la città contribuì con navi e relativo equipaggio alla flotta siciliana. In epoca augustea la città divenne municipio e acquista la cittadinanza romana. Halaesa Arconidea esisteva ancora alla fine del IV secolo. Alla metà del V secolo fu probabilmente sede vescovile. In un documento del 522 il patrizio romano Tertullo dona terreni del suo territorio all’abbazia di Montecassino e alla fine del secolo un convento ad Alesa fu forse istituito nell’ambito delle fondazioni siciliane di san Gregorio Magno. E la storia non finisce qui.

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Le incursioni arabe ad Alesa

Nell’835-836 fonti arabe riferirono del saccheggio delle campagne della località di Lyàsah, che forse è identificabile con Alesa. Nella valle del torrente Tusa esiste una torre, forse costruita nel IX secolo, alla quale gli Arabi diedero poi il nome di “Migaito”. Forse era una torre di segnalazione tra Alesa e le città vicine, impegnate nella difesa dalle incursioni arabe. La città sarebbe stata abbandonata in seguito a un terribile terremoto, in seguito al quale la popolazione si sarebbe spostata nel sito, più facilmente difendibile, dell’odierna Tusa. Non ci sono dati precisi sulla conquista della città da parte degli Arabi, che avvenne probabilmente dopo la caduta di Siracusa nell’878. Nella abbandonata città di Alesa si installa una fortezza araba che prende il nome di “Qalat al Qawàrabi” a protezione del porto.

La città di Halaesa Arconidea

Halaesa Arconidea venne dotata nel IV secolo a.C. di mura di fortificazione. Queste circondavano la collina con un circuito di circa 3 km, con tracciato irregolare che segue il rilievo orografico. La cinta aveva torri collegate da un camminamento e di almeno quattro porte, due a nord-est, una a sud-est e una a sud-ovest. Sulla via principale si apriva nel centro della città l’agorà. La piazza, pavimentata con mattoni, era dotata di un efficiente sistema per la raccolta e lo smaltimento dell’acqua piovana. Il territorio della città di Alesa corrisponde a quello dell’attuale comune di Tusa, limitato a nord dalla costa tirrenica, ad est dal torrente Tusa e ad ovest dal fiume Pollina.

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I resti antichi del territorio comprendono: una possibile struttura termale di cui si conservano i mosaici nella zona delle “Case Gravina”, forse identificabile come “i bagni” citati dalle “tavole alesine”; forse il ponte sul torrente Tusa (“ponte Riggieri”), che sembra tuttavia di datazione più recente; torre Migaido; strutture idriche (“Viviere”) di captazione di un gruppo di sorgenti per l’acquedotto cittadino, nella località “Fruscio”. La zona dell’attuale contrada Ospedale, a metà strada tra Alesa e Tusa, potrebbe essere identificata, per la somiglianza del significato dei toponimi, con la “via Xenide”. In tal caso si troverebbero in questa zona il tempio di Adrano, il “tapanon” e il “tematesis”. Foto di Allie_Caulfield – CC BY 2.0.

Redazione