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Quando apriamo una scatoletta di tonno, siamo davvero sicuri di ciò che stiamo per mangiare? Questa è la domanda di Greenpeace che ha sollevato alcune problematiche in merito al tonno in scatola. La prima anomalia sembrerebbe la scarsa trasparenza.

Fate la prova. Aprite la dispenza e provate a leggere cosa c'è scritto sulla scatoletta di tonno. Vi accorgerete subito che nella scatoletta di tonno all'olio di oliva, a parte gli ingredienti (tonno, olio d'oliva e sale) non si trova altro. Anche su quella del tonno al naturale troviamo gli ingredienti (tonno, acqua, sale, estratto di lievito) ma null'altro.

Ecco invece i dati di Greenpeace:

Nella metà dei casi esaminati, non si conosce che specie di tonno abbiamo acquistato e solo il 7 per cento delle scatolette indica la provenienza. Silenzio assoluto sulla tecnica di pesca utilizzata, nel 97 per cento delle scatolette esaminate.

E volete sapere quali sono i marchi meno trasparenti secondo Greenpeace?

  • MareAperto STAR,
  • Maruzzella,
  • Consorcio e Nostromo.

Non si salva neanche Mareblu, che secondo Greenpeace è impegnata nella pesca violenta di tonni, per il mercato inglese. Ma è così difficile garantire la trasparenza? No, se si pensa che altre aziende ci riescono (si veda l'Asdomar).